Tutto il mondo è paese. I fantasmi si tengono lontani con trecce di ginepro e i sassi rinascono dalla Terra tutte le primavere. Cibo e musica intrecciano i primi rami di salice per costruire un cesto dove portare conoscenza, cultura, stima, affetto e empatia. Servono uomini e donne di buona volontà per spargere molliche di pane nel bosco, uccellini complici per non mangiare queste tracce di speranza e amici con cui voler condividere il piacere di ridere di fronte a un calice di vino e una canzone sotto le stelle. Seguite le molliche e arriverete a Scandicci, nel Parco del Castello dell’Acciaolo, struttura del Trecento che da secoli ha abbandonato le armi per dedicarsi alla cura della cultura. Con Slowfood da sei anni sotto gli alberi, tra le margherite di questo prato verde, si mettono a tavola musici e villici, si intrecciano sì il salice e l’olivo, con i maestri di quest’arte si costruiscono quei cesti che poi ci aiuteranno a trasportare il bagaglio che tra questi sassi si può acquistare: cibo e cultura. Un salto tra i gitani, minimo comun denominatore dell’incapacità contemporanea di comprendere la complessità della società, tra i rumeni, tra gli italiani che su questo mondo si sono affacciati e ne sono rimasti affascinati. Due giorni, per chiudere l’estate tra danze e canti, come su un’aia di cinquanta anni fa a fine raccolto.
SLOW FOLK 6
Suoni di Terra Madre,
Grande festa Popolare al castello dell’Acciaiuolo
Sabato 30 agosto, ore 18, Maestri di Trame, L’arte dell’intreccio;
ore 21, Tarabaralla, Alessandro Giobbi e la sua Band
Olga Balan e Rom Draculas
Domenica 31 agosto
ore 20, I mangiari della Toscana e cena rumena
ore 21, Concerto Baro Drom Orkestar