Testo e foto di Marino Da Costa

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La Valle della luna, situata nella penisola di Capo Testa, nell’estremo nord della Sardegna, è conosciuta, fin dagli anni 60, come punto di ritrovo degli “hippie”. La sua particolare conformazione geologica la rende un posto unico,suddiviso in 7 piccole valli, separate da grandi formazioni di Granito.
Una fonte d’acqua dolce e vari ripari situati tra le rocce rendono il posto particolarmente adatto a lunghe permanenze o estive o invernali.
Ed è proprio qui, nel suo rifugio, che inizia la storia di Gora Sundar, meglio conosciuto nella Valle come Aquila.

Aquila nacque in un piccolo paese in Sardegna 59 anni fa.

Dopo essersi trasferito con la famiglia in Lombardia all’età di 5 anni, iniziò a dimostrare, fin da piccolo e poi da adolescente, un forte senso di ribellione, caratteristica che ancora oggi lo accompagna.
Ed è nella Milano degli anni ’70 che Aquila manifestò sempre più forte un senso di sovversione, di cambiamento.
Scontri con i Neofascisti, adesioni a partiti militanti della sinistra, manifestazioni e miti, ma la rivoluzione non arrivava, e fu in quel momento che Aquila abbandonò il mito dell’uguaglianza sociale, per inseguire quello della rivolta interiore.
Prima di partire per l’India, agli inizi degli anni ’80, Aquila si stabilì per poco meno di un’anno nella Valle della Luna, rinomatissima comunità hippie, frequentata da personaggi come il minatore Cecoslovacco Dhailia.
Quest’ultimo agli inizi degli anni 70, cercò di scavare (per 17 anni) un passaggio tra le rocce di granito, pensando di poter raggiungere la leggendaria isola di Atlantide, per riuscire a mettersi in contatto con forme di vita aliene…
che fine abbia Fatto Dhailia è ancora oggi un mistero.

Non è un mistero invece, la svolta che Aquila ebbe nella Valle della Luna.
Gli Hippy respingevano con forza il sistema, criticavano i valori della classe media ed abbracciavano aspetti e valori della spiritualità orientale, creando intenzionalmente delle comunità.
La maggior parte di essi adesso ha famiglia e vive una vita regolare, fatta di tasse, mogli a carico e aspirapolvere da pagare a rate, Aquila invece rimase incuriosito da ciò che gli hippie sbandieravano a quel tempo, ma sapeva benissimo che non si trattava di una scelta di vita, ma di un’onda, che ormai era giunta al suo termine.
Fu nel 1983 che Aquila partì per l’India, dove si stabilì per 12 anni.
Gli hippie gli avevo raccontato un mondo, ma lui sentiva nel profondo che non poteva accontentarsi di Miti e di leggende, ma che doveva viverlo.
I racconti di quella dozzina di anni sono accompagnati da un leggero senso di lontananza, di nostalgia…
Aquila ha avuto la possibilità di vivere in luoghi meravigliosi come Mathura e Varanasi, di trascorrere 12 anni con i più grandi maestri spirituali che, dopo l’iniziazione induista, gli hanno conferito il nome di Gora Sundar.

Gli anni passati in India, in rigorosa purezza,iniziarono però a farsi sentire a metà del ’95 e, stanco dall’astinenza dai piaceri carnali, partì alla volta del Messico dove rimase per un anno, assieme alla sua compagna, conosciuta di ritorno dall’India.

Fu grazie alla compagna che cercò l’ennesima svolta, dando inizio ad una piccola attività di vendita di oggetti etnici indiani. Aquila girò per alcuni mesi per i mercati d’Italia, ma ogni volta che saliva su quel furgone, parte del suo spirito svaniva.
Nel 2003, con la fine della sua relazione iniziò un nuovo cammino con la Società Internazionale per la Coscienza di Krishna (ISKCON), meglio conosciuti come “Hare Krishna” un percorso che durerà per 8 anni, fino al totale distaccamento, causato dalle severissime regole imposte ai devoti.

Aquila vive da 3 anni nella Valle della Luna, dove tutto ebbe inizio, una vita fatta di piccole cose ma concretamente utili. Egli infatti svolge la pulizia della Valle come un servizio sociale volontario e cura i rapporti di amicizia come una sorta di “professione”.
Esso infatti è il punto di riferimento per qualsiasi persona passi dalla spiaggia di Capo Testa; è sempre disponibile a raccontare ai visitatori curiosità ed aneddoti sulla Valle, senza mai chiedere niente in cambio.

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Apparentemente sembra una persona solitaria,ma è esattamente il contrario: nei gruppi di ragazzi accerchiati ad un falò vede soltanto un branco,quindi delle gerarchie,cosa che odia profondamente assieme alle discussioni vuote ed inutili.

Raramente si sente parlare di cose futili, si limita al silenzio ed a una risposta breve e di solito affermativa.
Si può invece dialogare per ore con Aquila, magari davanti ad una tazza di caffè arrangiata su un fuoco, di questioni di maggior spessore, specialmente se legate all’India o all’induismo.
Aquila ama moltissimo la musica, si diletta nel cantare e suonare canzoni di Guccini, De Andrè o dei CCCP, anche se, credo che gli ricordino gli anni della lotta, forse una parte troppo burrascosa della sua vita, che ormai non li si addice più.

Tra le passioni di Aquila, spicca il disegno, attività dove si distingue per tecnica e fantasia, infatti, tra le sue ultime creazioni c’è il fumetto “Come se fosse la prima volta”, ambientato in India.
Esso non ha una vera e propria struttura narrativa, disegna soltanto ciò che sente.
L’abitazione principale di Aquila è divisa in due sezioni: una parte funge da “cucina e salotto”dove riceve gli ospiti e l’altra in camera da letto, zona accessibile tramite un piccolo passaggio quasi verticale, al suo interno c’è anche un piccolo angolo dedicata alla preghiera.
Nonostante si sia stabilizzato nella valle della Luna, Aquila, ha più di un rifugio, uno dei quali è situato in una zona più appartata,ma più distante dall’acqua potabile.
Esso è in fase di completamento, infatti spesso si può vedere Aquila passare con dei tronchi, rimediati nella valle, al fine di costruire una parete per cercare di isolare il più possibile la cavità naturale dal freddo.
Il sistema di costruzione delle pareti è molto semplice:una volta incrociati i tronchi, con un impasto di cenere,argilla e paglia (come cemento)si va a costruire una sorta di muro.

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Questo metodo è efficace per isolare dal freddo e a quanto pare anche per il caldo,visto che,lo stesso metodo è stato usato negli anni ’70 per costruire un piccolo forno a legna, ancora in uso.
Per quanto riguarda l’alimentazione, Aquila è rimasto fedele alla linea induista, cibandosi una volta al giorno, esclusivamente di latticini o verdure, escludendo con severità ogni forma animale, per la quale nutre il più profondo amore e rispetto.

Al di là della Valle della Luna, ho avuto la fortuna di conoscere una persona meravigliosamente completa, con una vita passata ad esplorare ogni più piccolo angolo della sua interiorità, piuttosto che ogni angolo del nostro pianeta.
Mete ed ambizioni sono da lui viste come i più grossi fallimenti dell’uomo, la ricchezza come un cancro e la libertà spirituale come cura.
Aquila ha visto e a volte vissuto molte onde, prima quella del ’68, poi quella degli “hippie” e dei “punkabbestia”, ma ne è sempre rimasto al di sopra, ha saputo cavalcarle come una vero surfista,spingendosi sempre oltre,ha saputo passarci in mezzo senza annegare, uscendone sempre in piedi, come coloro che su quella tavola non temono la morte… ecco forse è proprio questo il titolo giusto…

“Aquila, l’ultimo dei surfisti”

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