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Quando ci siamo arrivati dopo una camminata di cinque chilometri e mezzo, tutta lungo il mare blu, sorpassando i cantieri dove la Concordia viene, segata, tagliata, aperta, riciclata, il cielo era coperto. L’aria pesante. Umida. Boccadasse di giornate nuvolose ne avrà viste tante. Un baia grande come un unghia su cui si affacciano l’una sull’altra piccole case, con piccoli tetti, con piccole finestre, tutte colorate.
«… O Boccadâze, quando a ti se chinn-a/ sciortindo da-o borboggio da cittae,/ s’ à l’ imprescion de ritornâ in ta chinn-a/ o de cazze in te brasse d’ unna moae…». Cantava così Edoardo Firpo i cui versi sono incisi sul marmo proprio sul belvedere a lui dedicato. Di quest’angolo di Genova sembra aver cantato anche Gino Paoli, “…una vecchia soffitta vicino al mare con una stellina, che ora non vedo più”.

In questo bruscolo di terra c’è poi un omaggio a un eroe nazionale per Perù e Bolivia: Miguel María Grau Seminario. Un busto, dono della repubblica del Perù a Genova “città marinara per eccellenza, alla quale si unisce la Gloria del Caballeros de los Mares” ricorda questo legame.

Cartolina di Isabella Mancini e Alessandro Bartolini

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