Testo di Isabella Mancini, foto di Felice Beato/
Le ho viste con i miei occhi (grazie a un percorso di formazione della Fondazione Alinari, nda) sfogliato gli album che le contenevano, potuto amirare da pochi centimetri di distanza la nitidezza dei colori, la perfezione delle linee. Immagini della fine dell’Ottocento, quasi in rilievo, dallo spirito fortemente tridimensionale nonostante tutto fossero tranne che tali. Gli scatti di Felice Beato hanno fatto la Storia raccontandoci, con occhio quasi giornalistico, di reportage, la vita in estremo Oriente, dalla Cina fino in Giappone. Quelle stampe all’albumina, conservate dalla Fondazione per la Storia della Fotografia Fratelli Alinari sono esposte a Savignano sul Rubicone per il Si Fest 24 (www.sifest.it). Non tutte, quelle che illustrano meglio i costumi, gli abiti e le tradizioni del paese del Sol Levante. La fine dell’Ottocento è un momento importante per la costruzione dell’immaginario collettivo che si avvia a una lentissima globalizzazione: chi l’aveva mai visto, con i propri occhi, un giapponese? Le Expo internazionali, con i loro circhi umani, avevano appena iniziato il loro giro di giostra e chi poteva permettersi viaggi così lunghi e rischiosi apparteneva a una stretta schiera o di folli visionari o di folli visionari molto ricchi. Beato era arrivato a Yokohama nel 1863 e divenne titolare dell’Atelier Yokohama a partire dal 1877. Prima era stato in Cina, prima ancora aveva documentato la guerra in Crimea, un incredibile viaggiatore testimone degli eventi storici del suo secolo pronto a tramandarli con un lingiaggio assolutamente innovativo: quello fotografico. Nel 1868 pubblicò il volume “Photographic Views of Japan with Historical and Descriptive Notes”, composta da due parti, “Views of Japan“, fotografie di paesaggi, villaggi e città, e “Native Types”, una galleria di ritratti dedicati ai differenti stati sociali.
Il fotografo italiano aveva rivelato i segreti della sua tecnica di stampa in una conferenza tenuta nel 1886 alla “London & Provincial Photographers Association”, dove aveva anche illustrato come era riuscito ad ottenere i suoi grandi negativi su lastre albuminate con un’esposizione assai breve di circa tre secondi. Aveva parlato di come i suoi scatti fossero resi così incredibilmente affascinanti dal lavoro di squadra di una equipe di professionisti e artisti: stampatori, coloristi, pittori erano fondamentali per la resa finale. I lavori dell’Atelier Yokohama guidato da Beato erano opere d’arte e costavano una fortuna.
Oggi sono una testimonianza preziosissima di un mondo che nella realtà è svanito, dissolto sotto i colpi del Progresso. Fa un po’ impressione vedere scritto il nome di Felice Beato tra i fotografi che espongono a Savignano ma credo sarà di buon auspicio per questo nuovo corso che nel 2015 vede la costituzione di un’associazione, la Savignano Immagini, che proprio del Festival si occuperà assieme ad altri eventi legati al mondo della fotografia.
Dove: Monte di Pietà
Corso Vendemini, 53 – Savignano sul Rubicone
Felice Beato
Omaggio a Felice Beato – La fotografia in Giappone e la scuola di Yokohama
INFORMAZIONI E ORARI
Ingresso alle mostre: intero € 10; ridotto € 8.
Orari di apertura delle mostre: venerdì 11 settembre ore 20-24; sabato 12 settembre ore 9-01; domenica 13 settembre ore 9-20. Sabato 19 settembre ore 15-24; domenica 20 settembre ore 10-13/15-19; sabato 26 settembre ore 15-19; domenica 27 settembre ore 10-13/15-19.
+39 0541 941895
info@savignanoimmagini.it
www.sifest.it
Palazzo Vendemini
Corso Vendemini, n. 51
I – 47039 Savignano sul Rubicone
(Forlì-Cesena) Italia