Testo e foto di Letizia Sgalambro
È’ difficile non amare il mare. Si possono detestare le ore passate sdraiati al sole come lucertole per cercare l’abbronzatura perfetta, o le spiagge affollate di metà agosto, ma non il mare di per sé.
Il mare è forza, energia vitale, potenza.
Il mare ci ricorda il ciclo della vita, l’andare e venire delle onde, l’alzarsi e abbassarsi delle maree, sempre uguale ma allo stesso tempo sempre diverso, perché ogni attimo, ogni moto non è mai lo stesso.
Potrei stare ore ad osservare l’infinito che si apre davanti a me, quella linea dell’orizzonte che si confonde con il cielo, in un gioco di azzurri che solo la natura sa creare.
Il mare è fonte di saggezza, mi insegna che niente rimane statico e per sempre, che anche la burrasca più impetuosa ad un certo punto finisce, per far tornare il sereno.
Il mare mi insegna il senso del limite, ad osare con coraggio ma anche con attenzione, a prepararmi prima di agire.
Mi insegna a respirare a dosare l’aria e a trovare il giusto equilibrio fra inspirazione e espirazione.
Questo mare mi accompagna, dall’estate all’inverno, quando sono in città e tutto intorno a me è grigio. La luce, il sole, il calore, diventano la mia ricarica, una sorta di batteria portatile che mi permette di affrontare il buio dentro e fuori di me.
In PNL si chiama ancoraggio il processo che associa una sensazione o un’emozione a uno stimolo specifico. Può essere un gesto, un suono, un’immagine, una determinata parola che, una volta ancorata, appena riproposta richiama quell’emozione.
Per me l’immagine del mare è l’ancora per la tranquillità, per la certezza che tutto passa e che l’orizzonte è sempre più ampio di quanto io possa vedere.
E allora l’estate cerco di fare il pieno di immagini e di odori, per averle a disposizione all’occorrenza, come fossero barattoli di pomarola preparati con pomodori e basilico fresco. Mare e pomodoro: ecco la ricetta per la mia felicità!