La Cina dei campi, del lavoro agrario, della terra. Se la Russia è stato il paese degli operai (anche dei contadini, ma per gran parte del ‘900 degli operai) la Cina è stata trasformata, nel Secolo Breve, dal lavoro dei contadini.

I dati Onu e dei centri studio sull’agricoltura confermano che anche oggi, nel 2016, l’agricoltura contadina rimane quella più presente nel mondo: 1,5 miliardi di contadini lavorano in 380 milioni di aziende agricole contadine, 800 milioni di contadini in zone periurbane, 410 milioni vivono raccogliendo i prodotti dalle foreste e savane, almeno 370 milioni di questi agricoltori sono di popolazioni indigene. Insieme, tutte queste persone rappresentano quasi la metà della popolazione mondiale e producono almeno il 70% del cibo del mondo. (ETC, 2009).
Ma vedere rappresentato questo mondo in un opera d’arte contemporanea può sembrare fuori tempo, novecentesco. Se volete però scoprire questo battito profondo di gran parte del mondo e di uno dei paesi più popolosi del globo suggeriamo la mostra, “Terra Nostalgia Memoria”, che inaugurerà il 2 settembre a Firenze all’Archivio di Stato, di Qiao Wanying.

41 i dipinti “rurali” esposti in mostra, opere monumentali e suggestivi paesaggi onirici che raffigurano scenari e scorci della Cina settentrionale: praterie selvagge, campi coltivati, girasoli, alberi, colline, panorami innevati, villaggi e cortili. Lo spirito della natura incontaminata è catturato in colori brillanti fermati sulla tela con uno stile talvolta impressionista, a volte espressionista. La mostra offre un percorso di immagini in 108 foto d’archivio e la proiezione di un video-documentario: materiali storici e umanistici utili a ricostruire la storia della società agricola cinese. Gli scatti in bianco e nero e a colori, provenienti dal Da-Zhai Museum, sono il ritratto della vita contadina dalla fine degli anni ’50 ai due decenni successivi, fino ad oggi, nel villaggio di Da-Zhai, nella provincia di Shanxi. Sempre stato un villaggio caratterizzato da una terra arida (che ha storicamente reso poveri i suoi agricoltori), Da-Zhai divenne famoso perché scelto nel 1960 dal presidente Mao Zedong come modello simbolo della Cina agricola. “L’agricoltura si studia a Dazhai” era il motto coniato da Mao che fece diventare il villaggio lo spirito guida di tutta la Cina rurale che lottava con il duro lavoro dei contadini per sconfiggere la povertà e la fame. Il docufilm è invece un montaggio di immagini odierne di questi luoghi ripercorsi dall’artista.

In Cina Qiao è spesso definito come un “pittore contadino” (nongmin huajia), un’espressione che rievoca le sue esperienze di vita, ma ancor più il suo attaccamento alla terra, quella che lui definisce “patria” (jiayuan). Originario della provincia di Shanxi (letteralmente “a ovest delle montagne”), il pittore vive un particolare legame con i suoi luoghi natii, parte integrante della sua arte, del suo spirito e della sua personalità. Come ha commentato il curatore della mostra Su Dan, docente dell’Università di Tsinghua a Pechino: “Il fascino dei suoi dipinti sta nell’accenno di profumo terroso che sembra emanare la pittura ad olio sulla tela”.

L’empatia col mondo naturale collega Qiao all’antica arte cinese di pittura paesaggistica, attraverso la quale generazioni di pittori hanno espresso il loro senso di comunione con la natura, con la terra, con i suoi fiumi e montagne.
L’inaugurazione della mostra “Terra Nostalgia Memoria” è in programma venerdì 2 settembre alle ore 18 con la presentazione del professor Giandomenico Semeraro.

TERRA NOSTALGIA MEMORIA
Mostra personale di Qiao Wanying
dal 2 al 17 settembre 2016
Archivio di Stato di Firenze (Viale della Giovine Italia, 6)
Orario: Lun –Ven Sabato: 10.00 – 17.00 / 10.00 – 13.00 (domenica chiuso)
Ingresso gratuito