il cuore georgiano  tra case a pezzi, porte divelte, sospiri trattenuti

foto di Salvatore Di Vilio

parole di Eugenio Tinto

 

Sono nel tuo cuore per dirti solo bene.

Le case a pezzi, le porte divelte, i sospiri trattenuti

Tutto ti ho taciuto, perché nel fondo fino alla superficie

Il mio cuore pensa solo al bene per te.

Sul fuoco brucia sempre la stessa zuppa,

Nel cielo non distinguo più alcun colore

Alla mattina alla sera copro il dolore

Con la mantella con cui ti vidi andare.

La sabbia copre i passi di mia zia

La rabbia vive le parole di mia madre

Io sono sempre uguale, anche nel prendere

A calci l’alveare.

 

la foto è stata scattata a Tbilisi, dal V secolo crocevia tra Europa e Asia lungo la Via della Seta e per questo sempre contesa. Tbilisi sorge sul sito di una grande foresta nella quale re Vakhtang Gorgasali trovò uccelli uccisi dalle ustioni provocate dai vapori di una vicina sorgente  sulfurea; per questo il re chiamò la nuova città che decise di costruire in quel luogo “Tbili”, che in georgiano  significa “caldo”. E calda è oggi la grande capitale della Georgia, non solo per le rinomate terme ma anche per l’ospitalità e l’accoglienza che riserva a greci, ebrei, armeni, azeri e uomini di molte altre nazioni che qui vivono in pace.