Testo di Isabella Mancini
Ogni viaggio inizia dallo studio. Che bella parte della vita è quell’epifania, quell’attesa carica di idee che come nuvole esplosive si gonfiano, caricano, crescono, svaniscono e volano sul nostro cielo. La preparazione regala intensi momenti e, spesso, nel momento stesso in cui abbiamo pianificato tutto ecco il Viaggio che ci travolge con la sua dose di imprevisti.
Imprevisti che si materializzano nel volto e nelle parole di un compagno di avventure incontrato sulla corriera, in piccoli disastri che cambiano i nostri piani tanto a lungo calcolati, in una ruota bucata o in un treno perso.
Quante ce ne sono capitate? A Marco Lovisolo, viaggiatore ed esploratore infaticabile, ne sono capitate diverse nelle sue numerose occasioni di viaggi in solitaria. Con ironia e semplicità ci porta con lui in Kenya, Messico, Perù, giù fino alla Patagonia e poi nell’Asia della Cambogia e del Vietnam, fino in Laos e nell’India del Nord. Una smania perenne di cose remote anima lo spirito di questo programmatore torinese: mari proibiti e coste barbariche sembrano attrarlo come calamite. E Lovisolo ha scritto di questa sua passione in un libro che mette nero su bianco incontri ed esperienze, quegli incontri con persone che con semplici frasi ti fanno voltare una chiave in testa ed aprire un cassettino nuovo e pieno di fresche intuizioni. “Lo zaino è pronto, io no” ci parla anche delle semplici paure che possono “colpirci” quando pensiamo di scardinare la nostra confort zone e buttarci a capo fitto in una esperienza che può mettere a nudo tutti i nostri difetti e le nostre paure.
Un libro che nasce dallo scambio epistolare tenuto con gli amici durante questi viaggi, mail che poi si sono ricomposte, macerate e rinate in queste duecento pagine poco più che si leggono in un sorso per la familiarità e la semplicità della scrittura, per l’immediato riconoscimento che in Marco ogni lettore può avere. Lovisolo non descrive tanto i luoghi ma ci racconta la sua personale esperienza quotidiana, quello zaino di ricordi che ti riporti indietro, a casa, una volta terminato il tempo a disposizione. Nei racconti di Marco ti riconosci: viaggiatori seriali, assetati di nuove esperienze e curiosi come scimmie dalle palle blu. E poi ti regala anche qualche piccola perla, consigli semplici che non fanno di lui un guru ma un compagno di avventure. Compresi i suggerimenti sulla preparazione dello zaino prima di partire, piccole dritte, pensate per ogni percorso narrato, che possono orientare e rendere più semplice un vostro possibile viaggio. Cose da fare e da non fare in Cambogia o in Patagonia, da “non provare ad attraversare la strada a Saigon” – a rischio cilindratura da motorino- a “farsi prendere da un incomprensibile entusiasmo per la proposta di passare tre gorni nel deserto a dorso di cammello quando tre ore possono essere ampiamente sufficienti”.
Il libro è uscito l’anno scorso (edito da Youcanprint), si aspetta una nuova versione con nuove mete e nuovi racconti pronti a mettere a nudo il semplice viaggiatore che è in ognuno di noi.