Testo e foto di Bahaa N.Mahmood

Dopo quasi 8 anni di sospensione è stato nuovamente inaugurato il dipartimento di lingua italiana presso l’Università di Baghdad, un successo dovuto a un programma di promozione e sostegno dell’italiano in Mesopotamia avviato, in continua e ricca collaborazione, con l’Ambasciata d’Italia in Iraq. Processo di lavoro e incontri con le istituzioni accademiche irachene, ma anche progetti culturali a Baghdad, al fine di rilanciare la diffusione della cultura linguistica italiana a nella capitale irachena. Sforzi che hanno trovato riscontro positivo da chi di competenza dando così avvio alle iscrizioni al corso di Laurea quadriennale in Lingua Italiana, a partire dal presente anno accademico (2018/2019). La domanda di riattivazione del dipartimento di italiano (aperto nel 2002 e sospeso nel 2010 per mancanza di personale accademico) è stata accolta dal Rettore dell’Università di Baghdad dopo avere constatato realmente l’esistenza di un piccolo staff accademico qualificato e addottorato in Italia in specializzazioni linguistiche, filologiche e letterarie: un gruppo di colleghi, capaci di portare avanti, con competenza e professionalità, l’insegnamento della lingua e della cultura italiana. 

 L’inaugurazione ufficiale degli studi d’italiano è avvenuta  il 18 novembre dello scorso anno alla Facoltà di Lingue a Baghdad, dove si trova il nostro dipartimento, dietro una richiesta pervenutaci ufficialmente da parte dell’Ambasciatore d’Italia in Iraq, Bruno Antonio Pasquino, con l’importante partecipazione dell’Università di Firenze, rappresentata dal Professor Mahmoud Salem El-Sheikh: un valido riferimento per tutti noi docenti d’italiano in Iraq, sin dai tempi della nostra formazione cultural-letteraria a Firenze. 

L’inizio del corso di Laurea, e l’accoglienza dei nuovi (31) iscritti, ha fatto sì che le nostre cattedre ritornino, con pieno entusiasmo, a far parte dei progetti culturali bilaterali tra l’Italia e l’Iraq. Un primo risultato è la riattivazione ufficiale della selezione annuale di studenti da mandare in Italia tramite il programma del MAECI delle borse di studio per chi studia italiano all’estero. Attualmente siamo in attesa di una risposta formale dell’Ambasciata d’Italia in Iraq, sulla nostra proposta di creare un programma speciale di borse di studio per l’Estate (della durata di un mese) per il dipartimento a Baghdad: un riscontro positivo da parte del Governo italiano sarà per noi una grande svolta per l’apprendimento dell’Italiano. I risultati di questo programma, insieme al nuovo sistema di inegnamento adottatto dalla direzione del dipartimento, incrementerà notevolmente l’acquisizione linguistica dell’italiano in Iraq, e ovviamente produrrà altri buoni parlanti di questa (quasi) rara lingua in Mesopotamia. 

Ma la civiltà e la cultura dei due paesi saranno il principale ponte di apprendimento linguistico. L’Iraq dei due fiumi e l’Italia dei romani e del Rinascimento fiorentino: sono concetti che i nostri studenti sentono durante le nostre lezioni, proprio per aiutarli a far nascere una scintilla, già dai primi contatti con la lingua, che abbia come alimentazione il fattore storico-culturale dei due popoli. Un’operazione che, a nostro avviso, lascerà effetti non solo linguistici ma anche socio-culturali sulla formazione dello studente stesso e le sue inclinazioni accademiche formative. Un primo tentativo di questo sistema è stato fatto proprio in questi giorni al Museo Nazionale Iracheno: dove sono esposte tutte le ricchezze acheologiche della Mesopotamia, tra cui i Lamassi originali (protettori del palazzi assiri nell’antichità), la sala sumera con il primo strumento musicale (Al-Qithara), la sala assira con la stanza del trono del re assiro Sergon e gli obelischi di quella epoca. Una mattinata dedicata alla cultura mespotamica tutta prodotta in lingua italiana, semplice ovviamente. Si spera di poterla riproporre in Italia con i monumenti romani e rinascimentali dell’antica Roma e la Firenze del Rinascimento culturale.  

Tra i primi traguardi che il dipartimento mira a raggiungere, in questo suo primo anno di lavoro, è stipulare accordi scientifici e culturali con istituzioni accademiche italiane: in questo percorso non ci manca per fortuna il supporto dell’Ambasciata d’Italia a Baghdad che si è rivelata seriamente un punto di forza nei nostri progetti. Un primo accordo è stato già firmato con l’Università di Firenze tramite il Rettorato di Baghdad, un “memorandum of understanding” che include il nostro dipartimento come coordinatore per tutta la durata dell’intesa: per noi un ottimo punto di partenza. Un secondo e essenziale passo sarà quello di poter avviare un programma dedicato alla formazione dei nostri studenti con l’Università per Satrnieri di Perugia: anche qui è in corso la preparazione di una bozza d’accordo. Non mancano altri contatti validi con l’Italia che sicuramente sosterranno altrettanto la diffusione della cultura italiana in Iraq come, per esempio, il recente invito ricevuto dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, tramite il laboratorio Itas, per creare un percorso collaborativo tra le due parti, mirato alla formazione del personale nostro; un invito che ci ha fatto piacere e che sicuramente prenderemo in considerazione per un altro progetto culturale. 

Prima di concludere questa rassegna sulle nostre attività con l’Italia bisogna sottolineare che trai i più interessanti progetti di collaborazione, che io personalmente ho avuto con istituzioni accademiche italiane, c’è quello in corso da piu’ di due anni, con l’ateneo bolognese e il Centro di Scavi di Torino sulla cultura patrimoniale archeologica in iraq e la formazione dello staff accademico archeologico locale. Si tratta del progetto (EDUU) finanziato dall’Unione Europea per l’Università di Bologna, in collaborazione con il centro di torino (il CRAST), e in partecipazione con tre atenei iracheni, tra cui quello di Baghdad; rappresentato da me come coordinatore nel progetto insieme ad altri colleghi direttori del Rettorato. 

Attività linguistiche, culturali e formative che sicuramente ora, e dal novembre dello scorso anno, hanno trovato un luogo dove concentrarsi di più, nel dipartimento di lingua italiana a Baghdad: un vero e proprio fiore che sta sbocciando nel giardino dei progetti bilaterali italo-iracheni. 

Bahaa Najem Mahmood
Presidente del Dipartimento di Lingua Italiana
Università di Baghdad