Testo di Isabella Mancini

Dieci edizioni. Un Festival creato dall’amore per il viaggio e per il viaggio in una particolare parte di mondo. Un Festival che in dieci anni ha creato una comunità di affezionati, di persone che aspettano che le porte di un cinema si aprano per far vedere quello che di meglio ha creato la mente di artisti, registi, attori, scrittori, cuochi che provengono da Siria, Libano, Palestina, Iraq, Iran. Tutti luoghi che sono sulle pagine dei quotidiani per la cronaca di guerra ma di cui si sa sempre troppo poco della vita che scorre tutti i giorni, tra una edizione e l’altra di un telegiornale. Ecco la voglia di conoscere, la curiosità di scoprire cosa succede oggi in Iraq o Iran. In programma per questa edizione speciale oltre 40 film e un ospite speciale che riporta alla prima edizione: il regista iraniano due volte Premio Oscar Asghar Farhadi, che terrà una Master Class aperta al pubblico.


Tema di questa edizione è Middle East Now Remix: appropriarsi e reinterpretare contenuti culturali per creare qualcosa di nuovo, molto comune in Medio Oriente, ma anche un modo per guardare indietro al percorso fatto dal festival e proiettarsi al futuro.
Dal 2 al 7 aprile tra Cinema La Compagnia e Cinema Stensen, poi i luoghi delle esposizioni, il Teatro Florida.
La Opening Night di martedì 2 aprile (ore 21:00, Cinema La Compagnia, via Cavour 50/r)sarà con LOVE AND REVENGE concerto del duo libanese formato dal cantante hip hop Rayess Bek e dall’artista visiva La Mirza, per la prima volta in Italia, che mixa in tempo reale immagini tratte da film culto del cinema arabo con musica elettronica. Una performance musicale e visiva unica e ogni volta diversa, che riflette sull’identità e la varietà culturale del panorama mediorientale e ci racconta con amore, ironia e un tocco di nostalgia il mondo arabo, la sua dissolutezza, le sue tradizioni ma anche le sue contraddizioni.
Una scorsa veloce ai titoli, perché sono ben 44 i film selezionati tra anteprime internazionali, assolute etc.
Iniziamo dal 2 aprile con l’anteprima di Kabul, City in the Wind (2018) di Aboozar Amini ritratto intenso e intimo di una città attraverso la vita quotidiana di 2 bambini e di un autista di autobus, che raccontano al regista i loro sogni e le loro paure, e tra mille difficoltà guardano con speranza al futuro.


Dall’Afghanistan A Thousand Girls Like Me (2018) di Sahra Mosawi-Mani, documentario in anteprima italiana alla presenza della regista sulla forza di una donna afgana nel denunciare le violenze subite in famiglia; dall’Iran il documentario Work in Progress Radiography of a Family (2019) di Firouzeh Khosrovani di cui il pubblico del festival potrà vedere una selezione di scene in anteprima assoluta. Dalla Turchia l’anteprima mondiale di Heads and Tails (2019) di Aylin Kuryel and Firat Yucel, documentario sul sorprendente commercio di capelli tra Turchia e Israele e su come le donne ebree ortodosse coprano le loro teste con le parrucche di capelli che una volta appartenevano a donne in Anatolia.


Infine segnaliamo “I, DAREEN T.”, spettacolo teatrale sulla vita della poetessa palestinese Dareen Tatour (Giovedì 4 aprile ore 21.00 Firenze, Teatro Cantiere Florida). La pièce di teatro documentario è basata sulla storia della poetessa palestinese Dareen Tatour, condannata dalle autorità israeliane per “incitamento alla violenza”, per le sue poesie e i post pubblicati su Facebook. Dopo una lunga battaglia legale, durante la quale è stata anche agli arresti domiciliari, per dimostrare che le sue opere costituivano una protesta legittima contro i crimini dell’occupazione israeliana, nel maggio 2018 è stata condannata a 5 mesi di prigione. Einat Weizman, affermata autrice teatrale israeliana, attrice e attivista, ha incontrato e accompagnato Dareen durante la sua lotta. L’incontro tra le due ha dato vita ad un’amicizia speciale da cui è nato lo spettacolo basato sulla memoria che Dareen ha scritto durante gli arresti domiciliari. Poesie e pensieri di Dareen combinati con i testi di Einat, che sta affrontando a sua volta la censura delle sue opere, che tentano di portare la narrativa palestinese sui palcoscenici in Israele e nel mondo.
Un racconto di oppressione: quella rappresentata dal controllo israeliano sul popolo palestinese e al tempo stesso l’oppressione subita dalle donne palestinesi all’interno di una società patriarcale.


E la chiusura del Festival, con una serata speciale al BUH!, il Circolo Culturale Urbano (via Panciatichi 16) ideato da Impact Hub Firenze e La Scena Muta, per un programma di eventi dedicati alla musica contemporanea dal Middle East. Venerdì 5 aprile dalle ore 22.30 Middle East Now Party, che propone sul palco Beirut World Beat, progetto che presenta un inedito connubio di suoni e fusioni dal Mediterraneo e dal Medio Oriente. Creato e diretto da Salvatore De Simone (Lecce), Beirut World Beat è il risultato di oltre vent’anni di continua passione, ricerca diretta, viaggi ed esplorazioni musicali tra i paesi del Medio Oriente e del Mediterraneo.
Nel corso della serata anche la partecipazione speciale di Saeed Aman, musicista, produttore e dj iraniano basato a Firenze, di recente diventato celebre come componente della band Bowland, finalista dell’edizione 2018 di X Factor.