Testo a cura della redazione
L’infanzia che resiste, senza perdere incanto e ingenuità, persino laddove la vita sembra riservare solo pericolo e miseria. È questo il tema al centro di Sabra Beauty Everywhere, progetto inedito di Chiara Dynys, ospitato fino al 24 novembre al Museo Correr, nell’ambito del progetto MUVE Contemporaneo, promosso dalla Fondazione Musei Civici di Venezia.
La mostra, curata da Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia, è il risultato di un lavoro realizzato dall’artista tra il 2010 e il 2013 a Beirut e prende la forma di un ciclo di 27 trittici in legno e foglia d’oro. Ogni composizione contiene, come in un sacrario, le immagini catturate tra le strade di questi “ghetti” di paura e di isolamento in cui l’artista, tra giocattoli e sorrisi, riesce a riscoprire i segni e la meraviglia di un’infanzia vissuta in una apparente e disarmante normalità.Le immagini, incastonate all’interno di scrigni preziosi ispirati ai polittici delle chiese, ai tempietti buddisti e alle cornici che contengono le parole del Corano, diventano testimonianze profondamente religiose, espressione di una fede che non è cristiana, musulmana o buddhista, ma fa parte di una religione universale.
Il progetto, ospitato nella splendida cornice della Sala delle Quattro Porte, tra le più belle e ricche di tutto il museo, entra in naturale sintonia con la dimensione sacrale dello spazio, segnato dalla presenza del particolare rilievo cinquecentesco “Madonna col Bambino”, realizzato da Jacopo Sansovino. Al centro della sala, una grande installazione con una teca di cristallo, attraversata dalla scritta in oro “Non c’è nulla al di fuori”, tratta dal pensiero di Sant’Agostino, diviene paradigma tra il dentro e il fuori, in un confronto diretto con l’integrità interiore che caratterizza l’infanzia al centro delle opere.