Di Andrea Semplici

Primi passi di Beirut. Rivedo Mauro dopo mille anni. Siamo ingrassati tutti e due. Ha una moglie libanese, italiana, armena. Piccola felicità gli amici all’aeroporto. Ci salvano la vita. Atterraggio dolce, merito loro.

Abbiamo una macchina con cambio automatico e graffi a non finire. Tamburellata di grandine.

Oggi è santa Chiara e Eid al-Adha (che noi chiamavamo Eid el-Kebir, a Tripoli), la Festa del Sacrificio. Intreccio di feste. Le religioni segnano il ritmo del tempo libanese. Strade quasi vuote dal traffico perenne.

Palazzi su palazzi, cemento ovunque, ristoranti immensi che si affacciano sulle highway, ogni metro è occupato, condomini che cercano di diventare grattacieli, aria da Blade Runner, cartelloni luminosi, non bisogna esitare a infilarsi negli svincoli, altrimenti i clacson si arrupano.

Chi altro arriva a Beirut e va alla chiesa di Sant’Antonio? E’ davanti all’Hilton, c’è un vecchio palazzo della antica casta nobiliare libanese. No, la palazzina di pietra è un vintage ricostruito. Mi spiegano che non è antico, è stato costruito così ed è un ristorante. Qua attorno c’è l’hotel Padova e il ristorante Venezia. Quartiere di una borghesia cristiana. Davanti alla statua del santo un ragazzo prega con un rosario in mano. Una giovane indossa un abito bianco e una mantella celeste. Abito da Maria. Pregano e invitano a pregare con loro. Arrivano uomini dall’aspetto occidentale, donne etiopiche, cristiani libanesi. Fanno cerchio attorno alla statua.

Imparo la più elementare delle regole: quartieri divisi secondo una mappa religiosa.

Il frate rumeno offre caffè, acqua e Pepsi-cola.

Gli amici ci invitano a cena sulle colline. La felicità del mezzè, il cibo più buon del mondo. Involtini di formaggio, hummus, salsa di melanzane, soujouk, patata harra, taboulè e arak. Annoto dei nomi, scrivo i numeri in arabo, riprende il gioco di mille anni fa. Il giovane cameriere, con diligenza, versa acqua, mette ghiaccio nel bicchiere piccolo e aggira ognuno dei commensali da destra. Bevo a piccoli sorsi.

Felicità.