Testo e foto di Isabella Mancini
Da quassù si vede le tracce solcate dall’Osum nel suo cammino. D’estate il corso è più asciutto, graffia la valle e solletica la pancia del monte sacro, il Tomorr che guarda in basso dai suoi 2mila e passa metri.
Baba Tomorr aspetta silente mentre la città delle mille finestre fa l’occhiolino, da sotto il castello, al quartiere di Gorica.
Ma se ci son valli ci son monti, come il monte Shpirag che oggi porta sul dorso la scritta NEVER mentre fino a qualche decennio fa campeggiava il nome del dittatore del paese, ENVER.
Mai queste terre son state così belle, tra fiori e profumi, sole e cielo.
Cartolina da Berat, Albania, 2019.