Testo e foto di Letizia Sgalambro
Con questa faccia da straniero, sono soltanto un uomo vero anche se a voi non sembrerà…
Cimitero di Pére-Lachaise a Parigi. Non c’è periodo migliore della fine di ottobre per visitarlo, i colori autunnali lo rendono, se possibile, ancora più affascinante.
Di morti famosi ce ne sono tanti, tantissimi, e si potrebbero passare giornate intere girellando fra le tombe, ammirando i marmi, le statue, le scritte.
Hanno organizzato le passeggiate in maniera impeccabile: all’entrata puoi prendere la mappa, leggere chi è sepolto e andarlo a cercare, magari cogliendo l’occasione di scambiare due parole con qualcun altro che sta visitando il come te e confrontarsi sul punto esatto dove la tomba può essere trovata.
La scelta è veramente ampia, ma a me ha colpito un nome, a cui non avevo più pensato da anni, ma che a leggerlo mi ha risvegliato ricordi di bambina, un omone scuro, con la barba nera che cantava con un accento un po’ strano: Georges Moustaki e la sua canzone Lo straniero.
Immaginavo una tomba un po’ in disparte, meno ricordata di tante altre, e invece quando sono arrivata davanti ho avuto una splendida sorpresa: è ricoperta di fiori, curati sembra ogni giorno. Chi sarà quella donna che anche oggi zappettava per sistemare le piante? Un amica? Un’amante? Mi tornano in mente altri versi della sua canzone: “Il nostro amore durerà/ per una breve eternità/ finché la morte non verrà..”
Non ho avuto il coraggio di chiedere, ho solo osato fotografarla di spalle, contenta che lo straniero non sia stato dimenticato.