Testo e foto di Letizia Sgalambro
Dormi sepolto in uno dei più bei cimiteri di Parigi, il Père-Lachaise dove hai passato gli ultimi anni della tua vita, insieme alla tua compagna Jeanne Hébuterne, suicidatasi il giorno dopo la tua morte perché non poteva resistere al dolore di una vita senza di te. Riposi a Parigi, dove ancora si ricordano di te e vengono a posare sulla tua tomba disegni e matite per onorare la tua gloria.
Oggi ricorrono i 100 anni dalla tua morte (si fanno gli auguri in questi casi?) e anche Livorno, la città dove è iniziata la tua vita e dove hai iniziato la tua attività artistica, ti ha voluto ricordare , organizzando una mostra a tuo nome, raccogliendo intorno ad alcune tue opere, quadri di tuoi contemporanei, uniti a te da due mercanti d’arte, Jonas Netter e Léopold Zborowski che hanno contribuito a farti dipingere e farti conoscere.
La mostra, organizzata nel nuovo museo della città in Piazza del Luogo Pio, raccoglie quindi artisti della scuola di Montmartre, fra cui Suzanne Valadon, André Derain, Maurice Utrillo, Chaïm Soutine proponendo un centinaio di capolavori, mentre lo spazio dedicato a te è più ristretto, ventisei opere fra disegni e quadri, che comunque sono il fulcro di tutta la mostra, dopo aver visto le tue opere il resto perde in qualche modo interesse.
Sono lontani i tempi della beffa delle teste ritrovate proprio per i 100 anni dalla tua nascita nel 1984, quando anche allora fu organizzata una mostra al Museo di Arte Moderna in tuo onore con poche opere esposte. Per creare un po’ più di interesse, la curatrice, Vera Durbè convinse il Comune di Livorno a cercare le teste che la leggenda narrava tu avessi buttato nei fossi prima di tornare a Parigi, deluso dall’incomprensione dei Livornesi, che non capivano i tuoi colli lunghi e i tuoi volti africaneggianti.
Tre ragazzi decisero di mettere in piedi uno scherzo che poi si rivelerà molto ben riuscito: buttarono in quei fossi una testa rifatta da loro utilizzando il trapano. Il caso volle che anche un altro artista decise di fare la stessa cosa, gettandone ben due. Le tre teste ritrovate tennero la città in subbuglio, finché non si scoprì che era tutta una burla.
L’atmosfera di quest’anno, nel centenario della tua morte, è molto diversa, anche se l’attenzione e la preoccupazione per possibili falsificazioni è sempre presente. Sei uno degli artisti più falsificati, e le ultime tue mostre a giro per l’Italia ed il mondo sono sempre state visitate dai carabinieri, e non per il loro amore per l’arte, ma piuttosto per verifiche di veridicità. Polemica gira anche intorno ai costi assicurativi delle opere, con contratti secretati, e costi esorbitanti anche per artisti del tuo livello. Livorno comunque si è mossa per ricordarti in tanti modi diversi, durante il periodo della mostra, che chiude il 16 Febbraio, sono possibili passeggiate a tema, gite in barca fra i fossi, partecipare a convegni e a spettacoli teatrali.
Buon riposo Modì, o Dedo, come ti chiamavano in famiglia, Livorno non ti dimentica, ma da ciò che ho visto sulla tua tomba, anche Parigi ti tiene nel cuore.