Foto e testo di Letizia Sgalambro

Da domani i musei e le mostre in tutta Italia sono chiusi. Come già cinema e teatri, e come è successo a marzo, dovremo per un po’ fare a meno della cultura fruita in modalità pubblica.

Per questo motivo stamani mi sono affrettata ad andare al museo 900 di Firenze, per visitare la mostra Modern Ancient Brown di McArthur Binion, inaugurata appena pochi giorni fa.

Non conoscevo l’autore e spesso sono dubbiosa sull’arte contemporanea, ma osservando le sue opere ho provato forti emozioni, che mi hanno spinto ad indagare, per capire meglio chi è McArthur Binion.

Il museo 900 ospita due serie di opere Healing: Work e Modern Ancient Brown-Altar una video intervista con il curatore della mostra, Lorenzo Bruni, e un documentario dal titolo Stuttering: Standing: Still (Aftertoughts) che racconta la storia e il senso delle opere di Binion attraverso la sua voce

Una delle caratteristiche delle sue opere è il tema della memoria, memoria personale che dialoga con il modernismo e il minimalismo.

Molte delle sue opere esposte nascono da una trama costituita da una vecchia rubrica telefonica, su cui l’autore per anni ha annotato le variazioni di indirizzo e di numero di telefono degli amici.

Questo elemento così privato diventa la base per un’aggiunta di colore, a volte monocromatico, a volte intrecciato con piccole griglie fatte a mano di colori diversi che conducono l’opera su un piano astratto.

Quindi il processo creativo parte da una personale esperienza con la realtà (lui la chiama il suo DNA sociale) per arrivare ad esplorare mondi diversi. 

Prendendo il pastello a cera come mezzo principale, lo stile di Binion esegue una fisicità intenzionale: il pastello viene prima molato e poi strofinato su pannelli di legno e alluminio, un processo che produce soggetti astratti che sono spesso monocromatici o duo-cromatici. 

Il risultato è un misto di emozioni che comprendono (nel senso di capire) la sua storia di artista Black and Brown e la fisicità del suo lavoro.

Il mio suggerimento? Segnatevi in agenda una visita alla mostra appena sarà nuovamente possibile. Non resterete delusi.