Testo di Martina Carrara, Barbara Toscan e Massimo Carrara | Foto libera – fonte Pexels

Premessa. Il porsi in relazione con il paesaggio, sia esso quotidiano o straordinario, accogliere attraverso la percezione le emozioni che ci trasmette, che ci arricchiscono e ci trasformano, necessita di una consapevolezza del sè che si acquisisce attraverso un viaggio interiore. Ecco perchè ho chiesto all’esperienza professionale di Barbara e di Massimo e alle parole della figlia Martina di raccontare in questo piccolo vademecum come ogni cammino cominci dentro noi stessi. Sono riflessioni da un settore assolutamente estraneo alla didattica scolastica, illuminanti da leggere nell’ottica di un’evoluzione di un sentire geografico emozionale dei nostri studenti. – Luisa Fazzini

Come Dante che, nel mezzo del cammino della sua vita, si perde nella selva oscura, talvolta anche noi possiamo dire di esserci persi nel viaggio verso la nostra meta, intesa come l’autorealizzazione di sé stessi.
Il viaggio che compiamo verso l’auto-affermazione è di certo un viaggio interiore, tangibile esternamente solo nel momento in cui l’interiorità ha compiuto il suo percorso ed innesca il meccanismo di traduzione anche a livello corporeo.
E’ un viaggio non immediato, lungo il quale inciampiamo molte volte nel duello contro le nostre barriere mentali, le quali tentano sempre di tenerci nella comfort zone impedendoci di evolvere.

Citando l’evoluzione, si può dire che essa sia il risultato del rapporto tra auto-affermazione e rottura dei nostri schemi interiori e soprattutto avere un faccia a faccia prepotente con le nostre emozioni.
Le emozioni giacciono silenziose all’interno dell’involucro chiamato persona fisica, ogni tanto si fanno sentire, soprattutto quando la vita ci impone di buttare giù le barriere che ci siamo costruiti pensando di proteggerci.
Ma se invece la miglior protezione fosse proprio l’abbattimento di queste ultime?
E se abbattendole iniziassimo a vivere davvero?
Il processo di distruzione degli schemi mentali è un atto di profondo rispetto verso sé stessi perché è proprio così che iniziamo a capire chi siamo davvero e che cosa soprattutto sia meglio per noi.
Il rispettarsi è un livello profondo dell’ascolto che si raggiunge tramite il silenzio.

Il silenzio è l’ assenza che acquisisce in questo caso una connotazione positiva perché è intesa come un’entità pura, esente dal superfluo, senza suoni, piena di pace. Ci guida nel profondo ascolto della parte più remota di noi, nel viaggio verso la nostra affermazione nel mondo. Ci porta a trovare l’incastro perfetto nel puzzle chiamato vita, ci aiuta a sentirci pieni e consapevoli di essere unici e soprattutto a rispettarci nella nostra unicità abbattendo tutte quelle impalcature mentali che abbiamo costruito per amalgamarci alla massa pensando di poter essere più appetibili alla società.

Il processo verso l’individualità è lo scopo più bello che ognuno di noi possa mai avere nella vita, la vittoria più grande che si possa ottenere.
Noi stessi, nel percorso che abbiamo intrapreso, ci siamo persi molte volte nell’ombra dei nostri muri, ma il profondo rispetto per noi e l’ascolto che ci siamo concessi sono state le chiavi che ci hanno consentito di poter arrivare fin qui e raccontarvi il nostro viaggio verso la riscoperta interiore e la presa di posizione che la nostra individualità ha preso nel mondo.
Prima di questa consapevolezza, eravamo anche noi schiavi delle nostre emozioni represse in un angolo del contenitore chiamato corpo.
Liberarle e lasciarle andare non è stato certo uno scontro pacato, anche perché nel momento in cui le emozioni scoprono di stare bene in un angolo nascosto, perdono la voglia di uscire alla luce del sole.

Ma come perdono questa volontà, possono anche ritrovarla, magari grazie a qualche aiuto esterno, capace di dare una chiave di lettura diversa della vita, rispetto a quella conosciuta e di conseguenza ci apre gli occhi.
Noi ci occupiamo di questo: tendiamo la mano a tutti coloro che hanno la voglia di riscoprirsi, conoscersi, ma soprattutto Ri-conoscersi come parte di questa realtà e riconoscere che ciò che abbiamo dentro è ciò che più ci caratterizza e perciò dobbiamo sentirci liberi di lasciarlo andare.

Nell’amore per quello che ogni giorno facciamo e per ciascun individuo che decide di essere individuale ci sentiamo vicini nello spirito ai docenti che condividono con i loro studenti l’imparare quotidiano a lasciar andare se stessi fuori dagli schemi verso la propria realizzazione.