Testo e foto di Letizia Sgalambro

C’è una cosa che salta subito all’occhio osservando le opere di Jenny Saville, ed è la grandezza dei suoi dipinti. L’artista inglese, infatti, nella sua ricerca sul corpo umano studiato e dipinto in ogni suo aspetto, sceglie di rappresentarlo in grande quasi a non volerne perdere neanche un difetto o un tratto particolare.

Trasfigurando corpi e volti, esagerando forme e posture, ci obbliga a riconsiderare l’idea di bellezza, per riportarla alle origine, dandole il senso dell’esistenza: è bello tutto ciò che si osserva nell’altro nel momento in cui lo si riconosce come vero. Quindi anche ciò che al colpo d’occhio può sembrare non armonico, in realtà possiede la forza della sua espressività, del suo rapporto con la vita.

Il direttore del Museo del 900 di Firenze ha scelto di far dialogare Jenny Saville con tutta la città, ospitando larga parte delle opere nel suo museo, ma individuando altri spazi importanti per accogliere dipinti che stimolassero un confronto fra l’antico e il moderno, fra ciò che è stato e ciò che rappresenta il presente.

Quindi il Museo degli Innocenti ospita una maternità che si confronta con opere di Luca della Robbia e di Botticelli, nella Casa Buonarroti troviamo gli Study for Pietà, così come al Museo dell’opera del Duomo altri disegni sullo stesso tema. Il museo di Palazzo Vecchio ospita un grande dipinto di 3 metri per 5 Fulcrum, che entra dialetticamente in antitesi con gli affreschi del Vasari che celebrano vittorie dei fiorentini contro gli avversari.

Affascina lo studio dei volti, che si può ammirare al Museo del 900. L’attenzione ai dettagli fa sembrare alcuni aspetti delle immagini quasi delle foto, dall’accuratezza con cui sono dipinti. Nonostante l’uso del colore esasperato e irreale, nonostante la sovrapposizione di più immagini e dettagli in uno stesso dipinto, si percepisce un disvelamento dell’essere umano nella sua più pura essenzialità. Commuove l’espressività dei volti e dei corpi, l’imperfezione che emana bellezza, di fronte alla quale non si può restare impassibili.

La mostra dura fino al 20 Febbraio 2022, e vale sicuramente una visita a Firenze e al Museo dl 900.