A meno di dieci chilometri dal mare tra i profumi della campagna, arroccato attorno al Castello, Castagneto Carducci ospita un tesoro. Che ci veniate per pranzo o per bere un bicchiere di vino a sera o per decantare una delle poesie di Carducci nelle stanze della Casa dove visse dovreste fermarvi a porgere omaggio all’ulivo ultracentenario che ha iniziato a stringere le sue radici al tramonto del Granducato di Toscana. Qui, pare, nel 1487 il Conte della Gherardesca cadde vittima di un agguato. Ha assistito alla distruzione delle mura da parte di orda tedesche nel 1496 e poi a chissà quante altre piccole e grandi avventure di vita. La primavera è il momento migliore per salire su per la strada dei famosi cipressi e duettare con questo anziano testimone di prestigio e epoche remote. 

“…pace dicono al cui le tue colline
co
n le nebbie sfumanti e il verde piano
Ridente ne le piogge mattutine” (…)

Giosuè Carducci, Traversando la Maremma Toscana (Rime Nuove)