di letizia Sgalambro
Esperienza surreale stamattina presso gli studi di un’azienda di produzione radiotelevisiva, come si definiscono su facebook.
Antefatto: circa una settimana fa mi telefona un tipo chiedendomi se sono disposta a fare un’intervista radio presso una radio privata nazionale che ha una sede anche a Sesto Fiorentino. Hanno trovato il mio nome sul sito Spiritual, dove anni fa avevo promosso alcuni corsi, e erano interessati a conoscermi.
Ammetto che il mio ego ha fatto un bel salto di gioia: ho appena pubblicato il mio libro Contengo Moltitudini e quale occasione migliore che farmi un po’ di pubblicità radiofonica?
Accetto quindi con piacere e fisso l’appuntamento per stamattina: lunedì 13 Giugno.
Uno scambio di whatsapp per definire la scaletta dell’intervista che io piloto sul libro e anche su Erodoto108, e poi inizio a capire chi sono, come funziona la loro radio, tanto per farmi un’idea.
Da altri messaggi che mi arrivano capisco che c’è del business dietro: mi si dice che l’intervista è gratuita, ma se voglio la registrazione video da poter usare sui social dovrò contribuire a partire dai 77 euro + IVA.
Mentre diligentemente preparo le risposte alle domande concordate, ascolto qualche registrazione, carine ben fatte, e poi passo alla pagina facebook dove ci sono brevi clip anche queste molto ben fatte. Si capisce che oltre la registrazione c’è la possibilità di queste brevi interviste che veicolano bene il prodotto che uno vende, e sono condivisibili sulle proprie pagine. Mi trovo quindi quasi a pensare che per 90 euro la mini intervista la potrei quasi fare…
Lunedì mattina arrivo presso la sede e mi introducono in uno spazio grande, un open space con un paio di postazioni a vista, altre chiuse da vetrate, pieno di gente in attesa. Chi mi accoglie e le impiegate sono tutte giovani donne, gli uomini sono alla registrazione. Mi è sembrato di essere in un ufficio Aci o ambulatori di sanità privata, dove vai per un servizio, fanno di tutto per farti stare bene anche in attesa, per poi venderti di tutto di più.
Infatti lo spazio è bello, poltrone in pelle (o fintapelle, chissà?), aria condizionata, musica di sottofondo, piante. Mettono anche me in attesa, facendomi prima compilare un foglio con i miei dati e tutte le approvazioni sulla privacy.
Aspetto quasi un’ora prima che tocchi a me, intanto vedo gente parlare con le due impiegate, e tirare fuori bancomat o contatti a fine trattativa, sono sempre più incuriosita e perplessa.
Finalmente è il mio turno, e la ragazza con cui parlo è molto sbrigativa sui miei aspetti personali e poi inizia il suo lavoro: mi fa capire che se faccio la semplice registrazione radio, questa andrà in onda non si sa quando e una volta sola, quindi se per caso me la perdo non la riascolterò mai più, però… A quel punto tira fuori ben due listini e comincia e elencare:
Per 77 euro (+IVA) posso avere anche la registrazione video
Per 97 posso avere anche la mini clip da mettere su facebook
E poi i prezzi continuano a salire e mi offrono: due telecamere invece che una per farmi apparire più accattivante, tre clip da creare come voglio io sui temi che mi interessano, il mini video da far girare su whatsapp fra i miei clienti chiedendo loro di girarlo ad altri, e altro che non ricordo perché ho chiuso l’ascolto. So solo che il pacchetto delux va intorno ai 380 euro (più iva, si intende!)
Credo di essermi un po’ irrigidita, ma sfodero il mio migliore sorriso e gentilmente rifiuto dicendo che non mi interessa, e anzi non mi interessa neanche fare l’intervista gratuita.
La ragazza non ha battuto ciglio, ha preso il foglio che avevo riempito e lo ha strappato in quattro davanti a me, (gesto che ritengo piuttosto violento, c’era la mia anagrafica lì dentro, c’era quindi una parte di me, rendermelo sarebbe stato più gentile) e arrivederci e grazie.
Qualche riflessione in merito:
Di giornalismo qui non ce n’è la minima traccia
Sempre più si fonda il business sull’apparire: una, due videocamere, se te le propongono è perché riescono a venderle, le long, mini, micro videoclip, tutto in funzione della velocità e dell’immagine.
Il contenuto non interessa, si vende mele o servizi alla persona, il sistema è identico.
Una catena di montaggio del genere fa fare un mucchio di soldi (ho fatto un conto veloce e secondo me almeno 6000 euro al giorno li incassano)
Per carità, tutto legale e trasparente, e forse è questo ciò che mi lascia più l’amaro in bocca.
La qualità che conta qui è quella dell’apparire, begli spazi, giovani carine e sorridenti, ma quella qualità di contenuto che, tanto per fare un esempio, con la rivista Erodoto108 ricerchiamo in ogni numero, di quella non ce n’è traccia. Non interessa.
E loro fanno business e noi no.
È il mercato, bellezza, qualcuno mi direbbe. E io rispondo con un’altra frase fatta: Fermate il mondo, voglio scendere!