Testo e foto di Luisa Fazzini

Rileggo lo specifico formativo per la Geografia scritto nel curricolo verticale del mio Istituto: “Nell’epoca dell’Antropocene, in cui l’uomo è diventato una forza potentissima capace di modificare profondamente la Terra, la Geografia si propone di sviluppare negli studenti un senso di appartenenza ai paesaggi vicini e a quelli lontani per favorire uno spirito di tutela e azioni responsabili e consapevoli. Le conoscenze geografiche, proposte attraverso una didattica interdisciplinare che valorizza questa disciplina “cerniera”, si arricchiscono di riflessioni del soggetto che comprende la necessità di una “rigenerazione” dei comportamenti individuali e collettivi per la salvaguardia del Pianeta”.
Ma i nostri manuali scolastici della scuola secondaria di I grado? Sono lontani.

Che fare? L’editoria scolastica non innova la presentazione della disciplina perché teme di non avere mercato a fronte di docenti/clienti che, laureati in materie umanistiche, prediligono corsi di aggiornamento nel loro campo di interessi che esulano di solito dalla geografia. “ Un libro diverso – ho sentito dire più volte – non verrebbe compreso e quindi non venderebbe”. E di conseguenza tutto si congela in prodotti simili e ripetitivi. Ma nell’epoca dell’Antropocene la Geografia deve avere un ruolo centrale. La materia del manuale va utilizzata, ma reinterpretata, plasmata, integrata.

Che fare? La ricerca universitaria propone strumenti anche agili e applicabili in classe. Un esempio? Benedetta Castiglioni “Paesaggio e società” Carrocci editore. Vent’anni di studi restituiti attraverso un’esposizione sistemica e poliedrica, funzionale e appassionata.
Il saggio è articolato in tre parti in cui si riflette sulla lettura del paesaggio, sulla sua percezione sociale, sugli ambiti di azione tra sostenibilità, consapevolezza e coinvolgimento. La teoria e i casi di studio offrono spunti per integrare la didattica quotidiana e inserire a fianco della geografia scolastica degli elenchi quella della cittadinanza attiva. Una lettura meditata e appuntata di queste pagine durante l’estate può arricchire il nostro sguardo di turisti e viaggiatori e prepararci come docenti a un insegnamento della disciplina più responsabile e attinente alle attuali problematiche affinchè la Geografia abbia un’utilità sociale nella vita dei nostri studenti.

L’indice in https://www.carocci.it/prodotto/paesaggio-e-societa mostra il percorso della pubblicazione. Non desidero fare un sunto noioso del contenuto. Ritengo vada scoperto dalla sensibilità del singolo docente che si pone l’interrogativo sul valore umano e sociale del suo insegnamento, nello stesso modo in cui l’autrice ci offre le sue pagine. La didattica della geografia è molto di più di quello che c’è nei nostri manuali. E’ il modo in cui possiamo avvicinare i nostri studenti allo spirito della Convenzione Europea del Paesaggio che individua nella parola “percezione” il senso della conoscenza e del valore dei paesaggi per la comunità e per il singolo. La Geografia è Appartenenza. Senza questa consapevolezza siamo sterili ripetitori di elenchi e non cittadine e cittadini dell’Antropocene.

Ci risentiamo a settembre, se lo desiderate, con una proposta didattica sull’ultimo numero on line di Erodoto 108 sul senso dei luoghi scaricabile gratuitamente https://www.erodoto108.com/numero-36-il-senso-dei-luoghi/. Intanto spero che il saggio di Benedetta Castiglioni spunti sotto l’ombrellone o nei vostri zaini. Io credo che i docenti di Lettere siano dei grandissimi geografi tra i banchi di scuola per questo “tipo” di geografia tra ricerca universitaria e articoli erodotiani.

Buona estate a tutte e a tutti!