Testo di Paolo Ciampi
Ci sono i tarocchi, come possibile sguardo sul mondo e simboli profondi della vita, a unire Italo Calvino e uno dei più grandi scrittori di viaggio italiani, Andrea Bocconi. E i tarocchi sono stati il filo conduttore del primo incontro al Giardino delle rose nell’ambito del progetto Le parole di Calvino, la valigia di Folon, proposto dall’associazione Amici di Erodoto nell’ambito dell’Estate fiorentina. Niente a che vedere con la possibilità di leggere il futuro, ma molto sulla possibilità di conoscere di più noi stessi, ha spiegato Andrea Bocconi nella conversazione assieme a Paolo Ciampi.
Bocconi, che è anche psicoterapeuta, ha cominciato illustrando Il castello dei destini incrociati, il libro dove più di tutti Calvino ricorre ai tarocchi, impiegandoli come ars combinatoria. Operazione peraltro che Bocconi ritiene poco riuscita dal punto di vista della capacità di destare emozioni nel lettore: come se a un certo punto il Calvino grande narratore – da Il Sentiero dei nidi di ragno a Il Barone rampante – avesse lasciato il posto a un Calvino scrittore fin troppo lucido e preso dai meccanismi della scrittura.
Emozionante invece ascoltare Bocconi che incrociava le sue pagine di cammino con le figure dei tarocchi o rispondeva alle sollecitazioni dei presenti per abbinare le stesse figure a personaggi della storia o del nostro tempo. Chi è oggi il re, chi è l’imperatore? E soprattutto chi è davvero il Matto, la carta più cara a Bocconi ma anche a molti di noi, l’uomo che prende e parte, il vagabondo vagamondo?
Il progetto è stato cofinanziato dall’Unione Europea – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, nell’ambito del Programma Operativo Città Metropolitane 2014-2020