Testo e foto di Angela Mori
Adesso capisco perche’ i cinesi vincono sempre cosi’ tante medaglie d’oro ai giochi olimpici.
Non sono gli allenamenti al limite della tortura, cui pare vengano sottoposti per raggiungere obiettivi da record, a renderli cosi’ imbattibili.
No.
E’ prendere il treno regionale tutti i giorni a fare di loro dei campioni.
Ieri ho deciso di andare a vedere la Grande Muraglia.
Arrivata alla stazione degli autobus per prendere il 919, chiedo, o meglio, cerco di comunicare un po’ in cinese e un po’ in inglese qualcosa che assomigli a un “parte da qui l’autobus per Badaling?”.
Mi rispondono in cinese qualcosa del tipo “No! No!” accompagnando le parole con un sguardo che invitava alla rinuncia e un gesto della mano che sembrava indicasse un’ altezza di circa mezzo metro da terra. Subito si e’ avvicinato l’immancabile tassista che ha fatto capire a me e ad altri viaggiatori disorientati che gli autobus per Badaling non circolavano a causa della neve e che ovviamente, se volevamo, ci avrebbe portato lui, per un prezzo che non mi sono neanche sognata di chiedere.
Ho pensato “sono tutti d’accordo per fregarci: vogliono farci prendere il taxi per farci spendere e spartirsi il gruzzolo”, visto che comunque il bus 919 arrivava, faceva salire tutti, escluso gli stranieri, e ripartiva.
Ho cercato pero’ di andare oltre le mie perversioni mentali e cosi’ grazie all’aiuto di un ragazzo cinese che parlava inglese ho capito che non vi era alcuna congiura nei confronti degli stranieri.
La notte precedente aveva nevicato e gli autobus che circolavano potevano garantire di scaricarci vicino a Badaling, in autostrada, ma non era certo che potessero arrivare fin sotto la Muraglia.
Ho passato qualche minuto a vergognarmi di aver dubitato della loro onesta’ e poi , insieme ad altri, abbiamo deciso di seguire il consiglio che ci ha dato il ragazzo e cioe’ tentare di andare a prendere il treno regionale, anche se non era sicuro che, una volta arrivati li’, potessimo visitare la Grande Muraglia a causa della neve.
Due spagnoli, un olandese ed io, ritorniamo a prendere la metro per raggiungere la stazione.
Fatto il biglietto e superati i soliti controlli con il metal detector previsti anche all’entrata di tutte le stazioni della metropolitana, veniamo incanalati in un percorso obbligato, sperando di poter prendere il treno delle 11. Ci bloccano ai nastri di partenza, in sala d’attesa, e rimaniamo in fila altre due ore perche’, essendo quel treno gia’ pieno, non ci permettono di salire nonostante fossimo arrivati con venti minuti di anticipo.
A mezzogiorno e mezzo l’addetto alla sicurezza, apre il cordone e…via! Parte la corsa sfrenata di un centinaio di persone, me compresa, per guadagnarsi un posto a sedere sul treno che, evidentemente per rendere piu’ avvincente la competizione, si trovava distante dalla testa del binario almeno altri duecento metri.
Dopo pochi minuti parte in perfetto orario e arriva a Badaling.
Gia’ dal finestrino mi rendo conto della grandezza del popolo cinese. Scendiamo alla stazioncina e…meraviglia! In poche ore erano riusciti a liberare la piattaforma del binario da montagne di neve, e cosi’ anche la strada che portava all’ingresso della Muraglia. Io ero estasiata nel veder le persone, spalatori ufficiali e gente comune, che con piccole pale avevano reso la strada sgombra dal manto nevoso per permettere alla fiumana di turisti di raggiungere a piedi, incolumi,la destinazione. E cosi’ e’ stato anche per la Grande Muraglia: erano riusciti ad aprirne un tratto, liberandola dalla neve ed evitare che i visitatori scivolassero per mille kilometri verso destinazione ignota.
Antonio, lo spagnolo, di fronte al mio stupore mi ha detto “d’altronde questo e’ un luogo turistico ed e’ normale che si diano da fare per renderlo visitabile alle persone che vengono da tutto il mondo per vederlo”. Non ho osato dirgli che anche Firenze e’ una citta’ turistica, ma se cadono tre centimetri di neve, si chiudono tutti i musei, perche’ i custodi non sanno come fare ad arrivare al lavoro.
L’operosita’ dei cinesi. Ecco la Grande Meraviglia.