Ci sono alcune date che nella Storia si ripetono. Drammatiche, impetuose, destinate a lasciare tracce. Il 9 novembre: Notte dei Cristalli, giornata della caduta del Muro di Berlino, data della distruzione del ponte di Mostar. Sono passati 20 anni dal 9 novembre 1993, 18 anni dalla firma degli accordi di Dayton e forse è arrivato il momento di fare il punto sulla situazione per guardare avanti. Ci ha pensato il Cospe, assieme a Regione Toscana, Cesvot, Commissione Cultura del Comune di Firenze, organizzando un convegno e una conferenza dove Aldo Bonomi, sociologo, fondatore della AASTER, parlerà di come, in questi venti anni, la comunità locale si sia trasformata con la presenza in Bosnia delle forze di interoposizione; Paolo Palchetti, docente di diritto internazionale all’Università di Macerata, presenterà una relazione su come anche la distruzione dell’architettura delle città abbia contribuito a trasformare, riformulandola, l’identità del paese: parla di “urbicidio” come elemento sistematico di distruzione delidentità collettiva unitaria. All’incontro del mattino parteciperà anche Murat Coric, presidente del Consiglio Comunale di Mostar e Lapo Pistelli, vice ministro affari esteri.
L’appuntamento è a Firenze, in Palazzo Vecchio, Sala della Miniatura, dalle 10 alle 17,30 (9 novembre).
Nel pomeriggio ci sar infatti occasione per incontrare le famiglie fiorentine che negli anni del conflitto nell’ex Jugoslavia ospitarono presso le loro case famiglie di profughi bosniaci. In programma anche la proiezione di estratti dal documentario “Quello che resta” di Antonio Martino. Sempre a Firenze si tornerà a parlare di Mostar in occasione del Balkan Florence Express, a dicembre, con il film di apertura dedicato proprio alla città bosniaca: A Stranger, Bobo Jelčić 2013 ( Crozia, Bosnia Erzegovina).