Testo e foto di Yuri Materassi

Se dico “Serbia” probabilmente vi verranno in mente 3 cose: la guerra, Tito e i personaggi dei film di Kusturica. Non certo una ferrovia a scartamento ridotto del profondo sud, al confine con la Bosnia Erzegovina e il Montenegro, che invece, si da il caso, è la protagonista di questa piccola storia.

A dire il vero la storia di questa ferrovia attraversa o viene sfiorata da tutto quello che avevate immaginato, fin dai tempi della sua nascita. Meglio, da prima della sua nascita, da quando un indovino di Kremna, un certo Mitar Tarabic, ne predisse la costruzione. Decenni dopo quella premonizione qualcuno buttò giù un progetto per costruire una tratta a scartamento ridotto proprio in quei luoghi indicati dall’indovino. Lo scopo era unire l’oriente con l’occidente, partire da Uzice, attraversare Mokra Gora e ricongiungersi al tratto di ferrovia che andava verso Sarajevo. Ma non era facile costruire una ferrovia proprio lì. Bisognava anzitutto sfidare le leggi della fisica, inerpicandosi per aspri pendii e scavare chilometri e chilometri di gallerie. Impresa ardua, resa ancor più ardua e ripetutamente interrotta da guerre, frane e tragedie umane. Ma quando finalmente, intorno agli anni ’20, anche l’ultimo ferro di binario fu sistemato, i treni poterono sfrecciare liberamente da Belgrado a Sarajevo, fino a Dubrovnik. Per anni la stazione di Mokra Gora vide scendere treni dalle pendici dei suoi monti o armarsi di pazienza per risalirli, a seconda della direzione che seguivano, e i passeggeri, tra una galleria e l’altra, potevano ammirare le fantastiche vallate che si aprivano e chiudevano ad intermittenza.

Poi il commercio e la politica decisero che era inutile continuare a sfidare le leggi della fisica e che i treni potevano benissimo passare da altre parti. Così Tito, o chi per lui, nel 1974 decretò la chiusura di quel tratto di ferrovia,  e l’unico binario che attraversava Mokra Gora rimase per molti anni abbandonato a se stesso, senza nessuno che si prendesse cura della messa in sicurezza delle sue gallerie, o dello smussamento dei rami che invadevano la carreggiata. Non c’era più nessuna carreggiata da proteggere, c’erano soltanto pezzi di legno che tenevano separati e perfettamente in parallelo due pezzi di ferro. E così fu, fino al 1999. Anno in cui la Homeland Society of Mokra Gora, insieme alla  Railway Transport Company “Beograd”, decisero di far tornare all’antico splendore quel tratto di ferrovia. L’idea era quella di risistemare il tratto ferroviario e destinarlo ad uso turistico. Passarono pochi anni e sopra quei binari tornarono di nuovo a sfrecciare locomotive, vagoni e passeggeri. Ed ancora oggi i pochi turisti che passano da quelle parti possono salire sul piccolo treno-museo, non più a vapore, e farsi un giro per le vallate che sovrastano Mokra Gora.

E cosa c’entra Kusturica con tutto questo, a parte il buffo indovino che sembra uscito da un suo film? Anche Kusturica rimase affascinato da questo tratto di ferrovia, e nel 2004 girò proprio sui suoi binari il film La vita è un miracolo. Non solo. A pochi passi dalla stazione di Mokra Gora fece costruire il villaggio turistico-culturale-artistico di Drvengrad. Una sorta di museo a cielo aperto, ma anche una scuola di cinema e di arte. Un vero paese non-immaginario con tanto di strade intitolate ai più disparati personaggi della cultura, piazze, negozi e persino un esclusivo albergo. Chiunque può farsi una passeggia tra le sue vie, soffermarsi ad ammirare improbabili automobili parcheggiate lì per sempre o guardarsi un film nel cinema all’interno del villaggio. Oppure, semplicemente fermarsi,  sedersi al bar, ammirando i monti di Mokra Gora, e sorseggiare un’introvabile succo di frutta Bio-Rivoluzionario.

 

Arrivare a Mokra Gora non è semplice, ma neanche troppo complicato. Ci troviamo in Serbia, vicino alle frontiere con la Bosnia Erzegovina e il Montenegro. Per arrivare a Mokra Gora, ma anche per esplorare questa bellissima regione della Serbia, potete prendere come punto di riferimento Zlatibor, una cittadina turistica molto amata dai serbi e sempre piena di gente sia nella stagione invernale che in quella estiva.

Arrivati a Mokra Gora potete acquistare i biglietti del treno-museo direttamente in stazione.  Drvengrad dista da Mokra Gora poche migliaia di metri.

le vecchia locomotiva a vapore, adesso a riposo

le vecchia locomotiva a vapore, adesso a riposo

particolare della locomtiva

particolare della locomtiva

 

la nuova stazione di Mokra Gora  e la nuova locomotiva, non più a vapore

la nuova stazione di Mokra Gora e la nuova locomotiva, non più a vapore

i tornanti che sfidano la forza di gravità e regalano ai passeggeri splendidi scorci sulla vallata

i tornanti che sfidano la forza di gravità e regalano ai passeggeri splendidi scorci sulla vallata

 

una vecchia stazione lungo il tratto di ferrovia del treno-museo

una vecchia stazione lungo il tratto di ferrovia del treno-museo

la via centrale di Drvengrad

la via centrale di Drvengrad

 

un'improbabile automobile parcheggiata in un improbabile via di Drvengrad

un’improbabile automobile parcheggiata in un’improbabile via di Drvengrad

le vie di Drvengrad sono dedicate a personaggi del cinema, della cultura e della politica

le vie di Drvengrad sono dedicate a personaggi del cinema, della cultura e della politica

 

il succo di frutta "biorivoluzionario", in vendita soltanto a Drvengrad

il succo di frutta “biorivoluzionario”, in vendita soltanto a Drvengrad

i ditntorni di Zlatibor valgono da soli una visita a questa zona della Serbia

i ditntorni di Zlatibor valgono da soli una visita a questa zona della Serbia