Testo e foto di Francesco Sandri

«Maledetto sia colui che getta puntine sulle piste ciclabili». É tutto quello che riesco a pensare mentre armeggio con camere d’aria e chiavi a pappagallo. Una goccia di sudore solca la fronte, tentenna un attimo nell’aria immobile e poi prende il volo dalla punta del naso. La campagna friulana esplode sotto i raggi incandescenti di fine giugno.

Ho un’importante missione da compiere. D’estate le pagine dei libri scorrono con una velocità anomala, le parole si susseguono freneticamente sotto gli occhi, come seguendo il ritmo delle cicale. Così un romanzo si scioglie in qualche giorno, un saggio in poco più, e si finisce presto in carenza di questi beni di prima necessità. L’altro ieri è successo anche a me.

Fortunatamente le librerie non temono la calura e sono pronte a colmare il vuoto letterario; ma non sono tutte uguali nel farlo. Come i tesori cartacei che vendono, ognuna si presenta con una copertina diversa, un font, una storia, una promessa.

Quella che vado cercando ha odore di viaggi non fatti e terre distanti, il tutto concentrato tra alcuni scaffali nel centro storico di Pordenone, poco più di 60 chilometri da casa mia. E potevo raggiungere una libreria di viaggiatori standomene comodamente seduto per un’ora in macchina? La tenda, il sacco a pelo e il manubrio della bicicletta puntato verso nord, lungo la sponda destra del Tagliamento, sono la risposta a questa domanda.

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Mastice, toppa, pompetta. Posso ripartire. Sfreccio a poca distanza dal fiume e dai suoi meandri di lenta corrente. Si nasconde dietro ai pioppi e alle acacie, ma ogni tanto spunta placido in qualche squarcio nella vegetazione. Sarà lui a indicarmi buona parte della strada: oggi si viaggia senza smartphone e applicazioni varie.

Quasi taciturne, le ruote scivolano sull’asfalto bollente e oleoso. Ai lati scorre la campagna; l’avvelenata mia campagna. Un esercito di trattori spruzza, sparge e irrora lasciando dietro di sé nuvole mefitiche e un silenzio preoccupante. Trattengo il respiro e passo oltre spingendo più forte sui pedali. Le libellule in volo sul pelo dell’acqua sembrano pagliuzze di zaffiro nello smeraldo intenso delle rogge. Tutto intorno l’oro brillante del grano appena falciato si stende a colmare gli occhi. Per quanto avvelenata, mia campagna, rimani sempre un gioiello.

Infine uno svincolo e l’odore di gas di scarico mi portano in città. E se la città fosse un grande bersaglio, la libreria Quo Vadis avrebbe fatto centro pieno. Varcare la sua soglia nelle prime ore del pomeriggio è già compiere un viaggio che parte dai ghiacci dell’Artico fino all’umido di una foresta pluviale, passando per le cime delle Alpi e tirando finalmente il fiato da qualche parte nella Terra del Fuoco. Si naviga per acque spumose, con venti che potrebbero spingere un po’ ovunque intorno al globo. In questo caso interviene Daniele, il libraio, a fare da bussola nell’oceano di pagine e inchiostro.

Cerco tre libri, ma non so ancora quali. Piovono titoli, fioccano autori. Poi, tre copertine che spaziano tra l’ocra e l’azzurro. Si, questi andranno benissimo. Oggi seguirò Marco Albino Ferrari negli incanti della Val Grande, domani nuoterò nei mari del nord affiancando la barca e i sogni di Björn Larsson, dopodomani sarà invece Patagonia, seguendo le tracce piratesche raccolte da Tito Barbini. Prima o poi toccherò con mano queste geografie tanto fantasticate; oggi, domani, dopodomani. Per il momento mi basterà viaggiarle sulla carta ruvida di un libro, assaporandone le parole e solleticando i sensi con l’immaginazione.

Libri appoggiati su campo di stoppie

Ora si, sono pronto a fare l’ultimo allungo verso monte, dove il letto del Tagliamento è infinita distesa lunare e la sua acqua diventa un freddo turchese. Pianto la tenda e lascio la bicicletta alle spalle; deve riposare anche lei. Il sole sprofonda nella sagoma frastagliata delle Prealpi Carniche e io mi sento un po’ meno solo: impilati sopra un sasso ci sono tre nuovi compagni di viaggio. Sono silenziosi, fedeli, affidabili, e mi condurranno per mano in questo cammino notturno fatto di grilli e stelle.