testo di Silvia La Ferrara
foto di Massimo D’Amato
Quale nuovo racconto si sta costruendo nei luoghi dove gli anziani distendono il loro ultimo tempo insieme alle persone che li accudiscono, in grande maggioranza operatori immigrati?
Come una volta nelle grandi fabbriche del Nord mondi lontani e chiusi si incontrano e forse nasce una nuova lingua, la lingua dell’AbbanDono, fatta di gesti, oggetti, parole, foto, ricordi, scritture, comune a quanti hanno lasciato casa, famiglia, abitudini. Alcuni per raccogliere e salutare pian piano la propria vita, altri per cominciarne una nuova.
Biancalisa Conti (testi) e Massimo D’Amato (fotografie) hanno pazientemente accolto in un anno di lavoro all’interno di alcune Residenze Sanitarie Assistite di Firenze e provincia una vicenda collettiva e corale.
Le storie degli anziani e dei loro assistenti ricompongono i frammenti di ogni percorso di vita; la fotografia racconta l’emotività e visualizza le differenze. Le mensole e i comodini, uno specchio, le pantofole o il bastone che ti sorregge divengono astrazioni dello spazio e del tempo.
Leonia (1921)
“Da soldato mi scriveva le frasi d’amore sulle cartine delle sigarette che io conservavo gelosamente, poi i parenti me le fumarono tutte. Era bellissimo, faceva il truccatore e il parrucchiere, ero gelosissima e ne avevo motivo, poi una volta non lo perdonai più”.
Verso la fine del percorso, una coppia di guanti, una veletta e qualche parola in un foglio a quadretti: “…se voi credete”; un ex voto, come quelli che si appendono nel santuario? Da qui, l’idea di altre immagini e altre composizioni di oggetti che sembrano attaccati al muro, ma ex vita.
AbbanDonarsi
progetto di Biancalisa Conti e Massimo D’Amato
in convenzione con Azienda Sanitaria di Firenze
collaborazione di Iole Zilli
Fino al 16 gennaio
tutti i giorni, anche festivi, dalle 9.30 alle 18.30
Firenze, RSA “Il Giglio”
via Santa Maria a Cintoia
ingresso libero