testo a cura della redazione
La narrazione del contemporaneo è ormai assodato si possa fare anche grazie alla graphic novel. Da lì all’animazione il passo è breve. Si può raccontare tutto e dare inchiostro a storie più o meno lontane. Come quelle raccontate dal giornalista polacco Ryszard Kapuściński. Raul de la Fuente e Damian Nenow hanno deciso di raccontare così i tre mesi di viaggio del reporter attraverso l’Angola martoriato dalla guerra.
“Fai in modo che non ci dimentichino”: per questo Kapuściński scrisse Un altro giorno di vita testo a cui è ispirato il film di animazione che sarà nelle sale il 31 di gennaio.
Presentato durante il 71° Festival di Cannes, il film ha appena vinto il Premio come Migliore Animazione all’EUROPEAN FILM AWARDS 2018.
Ancora un giorno è più di una fiction, più di un documentario: senza mancare di coinvolgere e stupire, il film è il coraggioso resoconto di una storia tristemente vera.
In Ancora un giorno politica internazionale e guerra fredda si combattono a distanza ravvicinata, in un conflitto in cui l’Angola è una mera pedina. Le sorti di una sono correlate all’altra dal fato e in mano a uomini ordinari e comuni e di eroi che combattono al fronte sulle linee nemiche.
Lo spettatore viene trascinato in un mondo dove non esistono regole, dove non ci sono nette divisioni tra bene e male. La realtà è in costante mutamento: persone, animali e cose vengono allontanate e fatte sparire, mentre l’unico elemento onnipresente e costante resta la morte.
Un lungometraggio ibrido che unisce 60 minuti di elementi che rispecchiano lo stile delle graphic novel e 20 minuti di riprese documentarie.
L’animazione è stata sviluppata a partire da riprese in live-action con attori reali, un’innovativa combinazione che unisce mondi differenti: live acting, lungometraggio, graphic novel, documentario, avvincenti sequenze animate, deliranti visioni surreali. Un progetto che ha potuto prendere vita grazie a un team di 200 professionisti tra grafici, artisti e animatori.