Trecentosessantacinque giorni. Un anno impegnativo il 2015, anche per Erodoto 108. Il nostro è un progetto che nasce dalla passione del viaggio, dalla curiosità di scoprire posti e storie che vengono da lontano, dalla voglia di farsi raccontare storie. Il 2014 si era chiuso, inaugurando quindi il 2015, con uno sguardo sul sacro da Piazza San Pietro a Roma fino al santuario del Señor de Qoyllur rit’i in Perù. I Volti del sacro è stato il nostro modo di non far cadere nel vuoto il brutale omicidio di 43 studenti di una scuola di Iguala in Messico. Sequestrati, fucilati, bruciti e i loro resti abbandonati in discariche da narcotrafficanti e poliziotti. Tutti avevano sui venti anni e loro è il volto del sacro che abbiamo cercato di inseguire in ogni angolo del mondo. Partendo da dietro casa, Roma, San Pietro, camminando con i pellegrini che arrivano nella città Santa da tutto il mondo. Linda Dorigo e Bianca Brien ci hanno portato in Oriente, sulle tracce dei Cristiani che vivono in questa parte del mondo: dieci anni fa in Iraq, ad esempio, vivevano un milione e mezzo di cristiani, oggi poco più di trecentomila. Una fuga come un esodo biblico.
A Firenze ci siamo immersi nella ritualità quotidiana dei mistici sufi grazie a Leonardo Landi e alle fotografie di Gabriele Berti e Luca Hosseini. Giovanni Mereghetti ci ha fatto conoscere invece i Sikh della pianura padana assieme a Antonio Alberi raccontandoci come il parmigiano e le rosette siano lavorati da mani punjabi. Bruno Zanzottera ci ha scioccati con i suoi scatti ad alta quota, in Perù, sulle tracce di pellegrini, quasi cento mila ogni anno, che da Cusco salgono al santuario di Taytacha Qoyllur Rit’i attraversando la valle del monte Sinakara. Con Vittore Buzzi siamo andati in Messico a Oaxaca per la festa dei morti. Roberto Dotti e Paolo Floretta ci hanno invece raccontato della devozione congiunta tra cattolici, mussulmani e ortodossi per Sant’Antonio nella chiesa francescana di Istiklal Caddesi a Istanbul e Aldo Pavan ci ha raccontato dei rituali del pellegrinagio indù di Al Gaumukh. Giorgio Librandi in questo numero ci ha parlato del Mawled, di Belgasin, custode della moschea Gurgi della medina di Tripoli, in Libia, e di un paese da anni in balia di bande armate. A Lalibela ci ha portato invece Andrea Semplici raccontando la città santa scolpita dalle rocce, terra leggendaria di rara bellezza e incredibile testardaggine. La nostra rubrica, Una foto una storia, ci ha aperto la finestra su Palmi, in Calabria, grazie allo scatto di Antonio Mancuso traccia colorata di luci e volti al pasaggio della Varia. Ancora Italia, ancora sud, grazie a Sandro Abruzzese e Marco de Pasquale che ci hanno raccontato i festeggiamenti per la Madonna del Carmelo. E potevamo dimenticarci di parlare dell’oggetto sacro per eccellenza? Il libro, fatto di quella carta che passa di mano in mano, raccoglie appunti e sospiri, assorbe l’umore di chi lo legge e si impregna dell’odore delle passioni degli uomini che lo reinterpreteranno con il passare della Storia.
Abbiamo chiuso questo nostro viaggio in cerca del sacro con “Il cibo degli dei” per raccontare cosa si lascia sugli altari: le melanzane per la Madonna della Montagna in Aspromonte, le costruzioni piramidali di riso frutta e carne a Bali, pane e vino per il Giorno dei Morti in Argentina.
La primavera ha scaldato l’anno con un numero magico, il 10, e con un exursus sulle nostre copertine e su alcuni best of come il viaggio in Indocina firmato da Matteo Trentanove, quello in Rajashtan di Lorenzo Bernini, in Kurdistan di Guido Cervetti, a Dourbali con Elena Dacome, negli USA dei Dakota con Federico Borella, a Sarajevo con Mario Boccia, nelle Isole Vergini con Andrea Semplici e a Gerusalemme con Cesare DAgliana, ancora in Rajashtan con Lucia Perrotta, a Kabul con Sandra Calligaro e Monika Bulaj, a Cuba con Giovanni Mereghetti, a Buenos Aires con Maria di Pietro, in Albania con Paola Favoino.
Il racconto di questo numero ci ha portato fino in Africa, a Sud, con Laura Mezzanotte e il suo Nemesi Sudafricana illustrata da Raffaele Pentasuglia. Il reportage fotografico è stato poi amore, amore a prima vista tanto che di Prometeo e il Carnevale abbiamo fatto il primo dei Libri Volanti, presuntuoso sogno di trasformare in carta ciò che per ora produciamo in etere. Marina Berardi ci ha portato infatti in Lucania, a Tricarico, per raccontarci riti antichi e lontani. L’obiettivo di Maria di Pietro ci ha fatto aprire gli occhi su una Napoli Nomade come i piccoli piedi scalzi di un campo rom. Nicola Pedrazzi ci ha raccontato una storia di cibo e libri portandoci fino a Tirana a prendere un caffè in una casa editrice. Poi abbiamo iniziato un lungo viaggio in Sicilia con Francesco Faraci e Marco Bileddo. Silvia La Ferrara e Maurizio Berlincioni ci hanno invece fatto conoscere un compaesano famoso della piccola Trevico, Ettore Scola. E per la nostra rubrica dedicata ai Cimiteri, luoghi misteriosi, simbolici, ricchi di semi di arte e devozione, ci siamo fermati a Genova a Staglieno.
La copertina del numero 11 di Erodoto ci porta al cuore dei nostri reportage: l’Africa e i suoi camini, in Tanzania, in Etiopia, in Dancalia. Bruno Zanzottera ci ha fatto toccare le vette della montagna di Dio, l’Ol Doyno Lengai, Mereghetti ci ha fatto affondare le mani nel sangue nero di El Sod e Andrea Semplici ci ha fatto camminare tra i sentieri di lava dell’Erta Ale. E’ sempre in questo numero che vi abbiamo coinvolti in un nostro sogno, desiderio, o fissazione: fare mostre, esposizioni, portare quadri, fotografie, disegni in luoghi “inadatti” all’aria aperta, all’ombra delle stelle del deserto, tra due acacie, insomma là dove sono state scattate per provare a restituire un po’ di quello che abbiamo preso. Il nostro Quaderno a quadretti si è colorato con gli acquerelli di Elena Dak e ci ha parlato con le parole di Giancarlo Liprandi per raccontarci la storia di nomadi vanitosi come i Pheul Woodabe del Tchad mentre la matita si è colorata grazie all’illustrzione di Robin Schiele illustratore nicaguarense che assieme a Claudia Munera ci ha fatto conoscere le abitudini amorose del manachino codalunga. Le Storie di Libri ci hanno portato a Napoli, al Vomero, mentre quelle di Cibo ci hanno portato a Istanbul per asaggiare la boza, la bevanda dei giannizzeri. I Cimiteri ci hanno portato a Ferrara a leggere pagine dei Finzi-Contini di fronte alla tomba di Giorgio Bassani.
Abbiamo detto che il 2015 è stato un anno intenso e così è stato. L’autunno ha bussato forte e noi abbiamo aperto cercando di far entrare un po’ di poesia. Un numero con doppia copertina il numero 12 perchè ci eravamo innamorati di uno scatto di Francesco Faraci per il reportage “Rosse luci a Catania” e di una storia, quella di Ernesto Cardenal, poeta e monaco nicaraguense. Un numero che ci porta in viaggio sul bus grazie a Matthew Licht e poi ci trasporta in una cupa Matera, Nera come la notte disegnata da Canacca, giovane diciannovenne alle prese con un lato sconosciuto ai più di questa città del Sud. E poi la poesia: come cura, emozione, sollievo a Monza, in una casa di cura, in Romagna per conoscere Annalisa Teodorani, e a San Mauro Forte per scoprire i versi di Alfonso Guida. Abbiamo voluto giocare in questo numero correndo sui campini disegnati sull’asfalto assieme ai ragazzi del (No)Fiffa inda street e facendo rimbalzare la palla a spicchi sul cemento del Re del Campino a San Vincenzo. Guido Cozzi, Andrea Rauch e Vittore Buzzi ci hanno spinto a scoprire nuove prospettive per capire quale punto di vista si confà al nostro essere e quale alle storie che vogliamo raccontare. I Quaderni a quadretti ci hanno regalato un magico viaggio nel tempo facendoci scoprire il passare delle stagioni di una casa del Seicento disegnata da Roberto Innocenti. Il numero 12 si chiude guardando ancora una volta alla carta stampata con La decima libreria, cammino fiorentino alla scoperta di giovani nuovi e bravi librai che aprono librerie alla faccia dei tempi e del Tempo.
E per chiudere l’anno è arrivato il numero 13, un regalo sotto l’albero di Natale pensato per uscire proprio in occasione di quella che sembra essere una congiunzione lunare favorevole alla vicinanza dei festeggiamenti per le religioni monoteiste. Un numero che ci ha portato ad indagare la passione, a quanto pare largamente condivisa, per la rappresentazione dei luoghi abbandonati. Eccoci scoprire Brondino, Consonno, Borsana, Castelnuovo dei Sabbioni, Faleria Antica, Roscigno, Alianello, Scurati: dal Piemonte alla Sicilia in cerca di paesi che erano cercando di capire cosa sono oggi. Non solo paesi abbandonati ma anche stazioni, come quella di Matera, industrie, come la Falck, manicomi come quello di Rovigo o di Pistoia, sanatori, come il Banti sopra a Firenze. Siamo arrivati, grazie a Fabio Bertino, fino a Chernobyl, dove aleggia il silenzio della distruzione del nucleare. Vi abbiamo raccontato storie di libri, fotografia e musei portandovi fino a Trieste per scoprire quello fresco e singolare dedicato alla Bora. E poi vi abbiamo raccontato due storie in parallelo, a due ruote, storie di biciclette, tra Mantova e Pistoia. Andrea Rauch ci mette a sedere di fronte ai disegni di Guido Scarabottolo, per i nostri Quaderni a quadretti, e Marco Montanaro ci racconta della Libreria Francavillese a Francavilla Fontana in provincia di Brindisi. Ed in chiusura, come per ogni numero, c’è l’oroscopo di Letizia Sgalambro che gioca con gli opposti e gli ossimori per raccontarvi la sorte che vi riserverà il 2016.
Buon anno nuovo!