Testo e foto di Gianni L’Abbate
Arrivare ad Amsterdam e ritrovarsi nel bel mezzo del giorno del Re, è qualcosa di straordinario.
E’ il giorno di festa per eccellenza degli olandesi, in cui tutti i cittadini indossano qualcosa di arancione e sfilano chiassosamente per strade e canali.
Si viene travolti in una sorta di rave party generale che coinvolge tutta la città, con musica ad altissimo volume birra a fiumi e qualsiasi altra cosa che li induca allo sballo.
Sui canali si susseguono barconi, ognuno con un personale sound, carichi di giovani festanti che ballano e bevono a rischio di cadere in acqua da un momento all’altro, che ti piaccia o no ci sei dentro fino alla punta dei capelli.
Ma il giorno del Re è anche il giorno in cui tutti i privati cittadini svuotano le cantine e possono vendere liberamente i propri oggetti: vestiti, accessori, mobili e perfino barche, insomma di tutto e di più nei mercatini organizzati oppure direttamente davanti a casa. Trovo che sia il modo migliore per conoscere da vicino i cittadini di Amsterdam e se si ha occhio si possono trovare cose davvero interessanti come queste antiche diapositive su vetro.
Magicamente però il giorno successivo tutto torna alla normalità, le strade sono di nuovo pulite e Amsterdam si propone in tutto il suo splendore di città rinascimentale anche se le case sembrano costruite con i “lego”.
Bella e vivibile è piena di locali etnici che almeno all’apparenza danno l’idea di una buona integrazione multiculturale. Di straordinaria bellezza e ricchezza il Ruks Museum e l’Orto Botanico che conserva piante rare, antiche e persino preistoriche. L’impatto con la città e i suoi abitanti è stato positivo, ho apprezzato molto la loro gentilezza e credo che presto tornerò per approfondire la conoscenza anche delle altre città dell’Olanda.