Testo e foto di Eliana Petrizzi
Per capire la violenza, la bellezza e l’indifferenza della vita, bisogna andare in un mercato del sud-est asiatico, a Phnom Phen per esempio, nel tanfo rancido dello sporco, del pollame vivo e di carni macellate al caldo delle botteghe. Sputi, fango e fogne tra i piedi. Animali pronti a morire legati per terra; il loro sangue schizza in faccia a una donna che ride e si pulisce come fosse pioggia.
Frutta acerba, frutta marcia. Mosche sulle carni esposte delle bestie.
Un pesce ancora vivo caduto da una cesta, schiacciato dalla ruota di una bicicletta.
I dolci da offrire nelle pagode, l’oro finto per le onorificenze.
Motori di vecchi camion, incenso e sete.
Centinaia di polli che arrostiscono senza posa.
Un uomo chiede soldi col brandello di carne che gli è rimasto al posto del braccio.
Una ragazza incinta dorme a terra, coperta di immondizia e stracci. Plastica ovunque, per ogni cosa.
Giovani puttane e vecchi turisti soli al pascolo. Riso e cibi preparati nella polvere fuori orario, per farsi compagnia. Macerie, e cose che si costruiscono nel giro di una notte. Panni stesi ad asciugare sopra le viscere calde dei porci. Bambini nudi che giocano nella feccia, felici come bambini. Il sole che cala lascia sulle cose un’intensità estrema.
E così alla fine, come sempre nella vita ci si ricorda solo di pochi volti, e di alcuni fiori.