Testo e foto di Isabella Mancini
Ho letto il tuo diario qualche decennio fa. Mi sentivo in difetto, come se stessi tradendo la fiducia di un amica. Nonostante tu proprio non pensassi che le confidenze di una tredicenne potessero interessare a qualcun altro oltre che a te le tue parole sono state lette da generazioni di ragazzini, e non solo.
“Ho l’impressione che un domani né a me né a nessun altro potranno interessare le confidenze di una ragazzina tredicenne” scrivevi.
Oggi davanti alla porta di quello che è stato il tuo rifugio segreto c’è una lunga fila di uomini e donne che provengono da tutto il mondo. Il tuo diario è stato analizzato con i più moderni sistemi di rilevazione e addirittura sono state lette quelle frasi che avevi voluto nascondere, forse perché te ne vergognavi.
Se la tua giovane vita non fosse stata stroncata dalla brutalità del disegno di sterminio nazista forse saresti diventata una scrittrice o forse una scienziata, un medico, una insegnante, una ingegnere.
Tuo padre è stato l’unico della tua famiglia a sopravvivere. Trovò il tuo diario, messo da parte da chissà quali mani, conservato senza sapere che sarebbe stato la forza con cui quell’uomo avrebbe ricostruito una vita tranciata via dalla guerra.
Il tuo diario è stato pubblicato prima in tedesco, che era la tua lingua madre, poi in inglese e in italiano nel 1954, sette anni dopo la prima uscita.
Quello che ieri era un rifugio claustrofobico oggi è un moderno museo animato in modo interattivo, ricco di informazioni e dettagli. Tuo padre non ha mollato mai, non ha lasciato che venisse venduto lo stabile e che quel ricordo si perdesse: l’edificio di Prinsengracht 263 oggi è molto diverso ma ogni bambino e bambina del mondo può capire in un lampo le tue parole, le tue battute, le tue tristezze e le tue paure.
E in questi decenni di violenze e guerre le tue parole saranno forse scritte ancora da qualche altra bambina, o bambino, in un campo profughi o in uno Sprar in Italia.
Profuga, deportata, uccisa.
In tutto questo avevi solo quattordici anni.
In tutto questo eri solo una bambina.