Testo e foto di Alessandro Balduzzi

[Le cartoline hanno l’abitudine di perdersi, allungare il percorso e arrivare fuori tempo. Ma notizie da Venezia si ricevono sempre volentieri, chi se ne importa se è tardi. Ndr]

In quest’estate di tregenda, Venezia appare ancora più orfana di retroterra. Versione esasperata di una Vienna privata dell’impero (ma alla metropoli danubiana è rimasto almeno un paese di 8 milioni di abitanti cui sovrintendere), la Venezia da mar sembra ancor più flebilmente legata alla terraferma da un ponte della Libertà assottigliatosi non tanto nella muratura quanto nella possanza simbolica.

 Il canovaccio della Serenissima da cartolina non è particolarmente mutato. Le orchestrine in piazza San Marco continuano a eseguire valzer da operetta e repertori in odore di romanticismo. Sono solamente i tavolini a essere più vuoti, i plateatici su cui sparuti sono accomodati turisti con una mascherina che certo non è la bauta espressione di gioia carnevalesca.

Allontanandosi dal tracciato obbligato delle indicazioni murali (i nizioleti Ferrovia- Rialto- San Marco) autostrada del turboturismo bulimico, si rarefà ulteriormente il tessuto di umanità. Incamminandosi lungo RIva degli Schiavoni prima e dei Sette martiri dopo, l’atmosfera da stazione balneare impegnata nella chiusura di una stagione mai cominciata è acuita dalla pratica vagamente fuorimoda di un karaoke. Ai primi di agosto, reso ancora più vetusto da una nostalgica “Luglio, col bene che ti voglio” dedicata ai pochi clienti di un bar. 

In un gioco di specchi e contraddizioni, Venezia moribonda di turismo sembra però più viva che mai. A darle vita la normalità degli abitanti che gli assalti turistici d’ordinanza costringono a ruoli di comparse. Capitale di una fu “Repubblica di castori”, la città si riappropria dell’autentico, spogliata del paludamento da bomboniera un po’ stucchevole per viaggi di nozze, gite di classe, incursioni da fine settimana. E nelle luci alle finestre puoi leggere un focolare ancora vivo di residenti, resilienti, resistenti della laguna in attesa che cali sulla città una nuova orda di esploratori di giornata