Spazi immensi dove perdersi, dove il singolo si sfalda e cerca appoggi, dove senza la massa il respiro del vento diventa pressante, dove solo l’alveare riesce ad essere un’unità e l’individuo è niente, dove le distanze sono incolmabili, dove la solitudine si fa concreta e non rimane che restare, storditi, impauriti, spauriti senza appigli se non il cielo, il più delle volte grigio immobile.
Tommaso Chimenti