Testo e foto di Pamela Cioni

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Se sono stati gli alieni a costruire le piramidi… mi sa che stanno tornando a riprendersele. Solo un’arma di fine mondo poteva infatti ridurre uno dei siti più visitati al mondo in un deserto: il 25 dicembre scorso a Giza, incasinatissimo quartiere de Il Cairo dove si trovano queste meravigliose creature architettoniche che hanno resistito a 5000 anni di storia e almeno 100 di smog, traffico e abusi edilizi tuttintorno, eravamo sì e no 20 turisti. Qualche giapponese, qualche tedesco già paonazzo, forse due americani. Nessun italiano, a parte noi. Ed è forse l’assenza degli italiani che getta nello sconcerto, e nella miseria, i tanti che lavorano nel turismo e nel suo indotto: cammellieri, guide più o meno improvvisate, commercianti, taxisti. Dove sono i nostri connazionali che normalmente arrivavano a frotte con macchine fotografiche, scarpe da ginnastica, zainetto, occhiali da sole e l’incrollabile certezza di riuscire a condurre in modo furbo una trattativa su tappeti e fragranze locali? Rapiti da extraterrestri, forse, e soprattutto tenuti in ostaggio da agenzie e tour operator che ormai da qualche anno sconsigliano i viaggi in Egitto.  Le notizie che arrivano in Italia sono infatti poco rassicuranti e anche durante la nostra permanenza lo scoppio di una bomba in una caserma a Mansoura, nord del Cairo e su un autobus nel quartiere di New Cairo, non hanno tranquillizzato gli animi, ma questo trend negativo non fa altro che creare un circolo vizioso e continuare a distruggere e affossare un paese economicamente e politicamente allo sbando da almeno tre anni. Le speranze riposte nella rivoluzione sono ora tutte affidate al nuovo corso del governo militare insediatosi lo scorso 30 giugno grazie al golpe ( perchè di questo si è trattato tecnicamente) del generale Al Sisi.  Le colpe di tutto invece vanno al presidente deposto, Morsi, e ai fratelli musulmani ormai diventati un “gruppo terroristico” secondo la fortissima propaganda dei militari. “E’ la paura dei fondamentalisti a tenere lontano i turisti” ci dicono in molti. Intanto di governo in governo di manifestazione in manifestazione l’Egitto sprofonda nel deficit e nella povertà. E un salto alle piramidi, rese magnifiche dalla loro solitudine, è la cartina di tornasole. Quando mai potevi fotografare, senza scansare centinaia di persone con cappellini e macchine fotografiche o cancellarle con photoshop,  la Sfinge? O vagare tra una piramide e l’altra senza essere investiti da cammelli e bus turistici? Anche i vari commercianti-assalitori sembrano un po’ più stanchi e non inseguono più di tanto i rari e coraggiosi turisti che da soli dovrebbero far fronte a un esercito di venditori di piramidine, sfingine, gattini, scarabeini, bottigliette di sabbia colorata ( belle per inciso),  cartoline (che nessuno usa più), papirini di ogni guisa.  Sono lì, dolenti e sconsolati, in attesa che qualcosa cambi ancora. E dopo due Rivoluzioni e un tentativo di democrazia subito fallito e migliaia di morti forse non ci restano che gli alieni.