Testo e foto di Nicoletta Cremaschi
Una grande scoperta l’Ucraina, per i suoi spazi immensi, per il granoturco infinito, le città moderne con tante persone, così tante persone che ti viene da pensare… “ma una signora che si trasferisce a Bergamo si sposta in una piccolissima città di provincia…..”, monasteri, campanili, cipolle dorate, colori pastello, uova colorate, bottoni da ricercare, bottoni di legno mai trovati, le candele, la luce, i canti, il piccolo principe difficile da trovare nella lingua locale mentre in Russo c’erano almeno due versioni, frutta da benedire, il ciuffetto benedetto del prete che con un secchio benediva tutto quello che aveva intorno senza farsi troppi problemi. Firmes en la Fe! L’associazione spontanea ai grandi dolori di questo paese: la carestia, il potere, Chernobyl, le donne che emigrano, le Famiglie separate, la povertà. Firmes en la Fe! Le campane, il suono delle campane. Firmes en la Fe. La dignità. Voglia di mare, Mar nero, pulito e fresco, rigenerante al punto giusto, passeggiate serali che per qualcuno erano impegnative, forse il piglio montanaro fa proprio parte del dna per qualcuno e per qualcuno proprio no. Firmes en la Fe! Ravioli, dolci ravioli salati, ravioli crudi, ravioli di tutti i tipi, vodka che costa poco, negozi di bottiglie piene d’alcol, cioccolata buonissima, treni polverosi ma che danno l’idea del viaggio, viaggio lungo e notturno. Stazioni che raccontano di persone in viaggio, stazioni che hanno nomi leggendari. O des sa, la città speciale, con una scalinata famosa ma con parchi, chiese, mare, l’Amerigo Vespucci, gli incontri con gli Ortodossi, S. Messa in una chiesa Cattolica, S. Messa in una chiesa Greco-Cattolica, preghiere sul treno, sotto statue gigantesche, fiumi grandi come laghi, tritoni a bagno nei fiumi e in mare aperto, sempre pronti con costume e salvietta, Firmes en la Fe! Fortezze Genovesi da scalare, dovremmo imparare dagli Ucraini ad andare in montagna……forse…, falconieri da strapazzare, ciottolati dove i tacchi 14 andavano benissimo – alle Ucraine s’intende!, musica, il prezzo esorbitante del the sul treno, che salasso per le nostre tasche, Firmes en la Fe! Icone, Icone, Icone . Parole parole parole, l’amore per il suono della propria voce, foto foto foto, quante foto, panorami di tutti i tipi, dai musei all’aperto a quelli sulla cima di un colle, a quelli di nome panorama. Città gioiello, città piene di persone che manifestano la loro fede, persone sorridenti, persone al telefono, turisti, don Andrea che apre la porta dell’Iconostasi. Campi di granoturco e di girasoli, di betulle, di ippocastani ingialliti, terra di missione per padre Pavlo, terra di gioia per il Vescovo Jan che confessava persone durante la S. Messa, terra di condivisione per gli incontri con le altre confessioni, terra di scoperta per noi, Guide che ci hanno accompagnato e che sono state splendide, alcune nazionaliste, altre meno, ma tutte speciali. Canti goliardici nel lungo trasferimento, caramelle gommose, nutella e goloserie. La funivia, la passeggiata sul punto più alto come si fa di solito da noi, gli odori e le bancarelle dei nomadi, i cavalli, i cosacchi, il nido di rondine, la Luisa che arriva dappertutto, le donne Ucraine che in aereo hanno tolto dalle borsette pennelli, trucchi, colori, profumi e con tanta pazienza e competenza si sono preparate per l’Italia! Il trasferimento bagagli da un’aeroporto all’altro, misteri Ucraini! Firmes en la Fe! I bambini con gli occhi come bottoni trasparenti avvolti in giacchette ricamate. Yalta, Yalta nel giorno di festa, la ricerca del mare, sempre ed ovunque, fiori rubati per un compleanno. I pulman di don Andrea, pulman piccolo, pulman medio, pulman lunghissimo, pulman con tavolino, Firmes en la Fe! La gioia di un gelato al caramello, le magliette a righe bianche e blu, i francobolli, la macchinetta antica nelle poste di Kiev, una rarità, don Andrea che non arriva all’imbarco, noi che saliamo la scaletta dell’aereo a rallentatore, quasi danzando e lui che si presenta magicamente con il bus aeroportuale, Firmes en la Fe!