Testo di Valentina Cabiale. Foto di Marco Ferrante
In “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad ad un certo punto Marlow, il protagonista, raccontando del suo viaggio in battello nelle viscere dell’Africa nera, dice: La terra qui sembrava ultraterrena. Noi siamo abituati a vedere la forma incatenata di un mostro sopraffatto, ma lì – lì potevi vedere qualcosa di mostruoso e di libero. Era terrificante e gli uomini erano… No, non erano inumani. Be’ voi sapete che è proprio questo il lato peggiore della cosa – il sospetto che non fossero inumani si affacciava a poco a poco. Quelli gridavano e saltavano e giravano su se stessi e facevano orribili smorfie; ma ciò che ti faceva rabbrividire era proprio il pensiero che appartenessero all’umanità – come voi – il pensiero di una tua remota parentela con questo frastuono selvaggio e appassionato… Si potrebbe dire (mentiremmo) che il progetto “Dal Monferrato al mondo passando per l’Etiopia” sia nato da qui. Mentiremmo ma sarebbe stato possibile. I temi alla base del progetto sono la figura di un frate missionario – Guglielmo Massaja – nell’Etiopia del XIX secolo, l’evoluzione e le origini dell’uomo (l’Etiopia è un luogo privilegiato per lo studio dei primi ominidi) e i grandi mammiferi del Monferrato (in Piemonte) di 5-6 milioni di anni fa (elefanti, ippopotami, mastodonti, tigri con denti a sciabola, balene, …). Perchè questo confronto? Non c’è nessuna relazione diretta tra gli argomenti, anche se un piccolo filo temporale li attraversa: gli anni di vita del missionario sono gli stessi nei quali avvengono i primi ritrovamenti paleontologici della fauna scomparsa del Monferrato e anche gli anni in cui iniziano lo studio della preistoria e la scoperta dell’antichità dell’uomo (Darwin nasce, come Massaja, nel 1809, e pubblica L’origine della specie nel 1859; contemporaneamente l’antichità dell’uomo inizia ad essere provata dai rinvenimenti di ossa umane associate ad ossa di animali estinti).
Queste tematiche, in apparenza molto distanti, sono state intenzionalmente accostate procedendo per suggestioni, forse per visioni, e costituiscono le imprevedibili e bizzarre radici del progetto artistico e culturale. Lo scopo è tentare di creare nuovi immaginari, scatenare intrecci di storie che invitino un pubblico eterogeneo a riflettere analogicamente sulla contemporaneità. Il denominatore comune che tutto lega è la difficoltà dell’incontro con l’altro, la sua quasi impossibilità: le difficoltà nel realizzarlo senza giudizi, aspettative, immaginari già del tutto strutturati; nell’includere anche l’altro nella stessa idea di umanità e di mondo. Tutto questo vale per l’incontro di un frate con gli uomini e le donne che dovrebbe evangelizzare; per quello assai difficile – e virtuale – degli uomini moderni con gli uomini e gli ominidi nostri lontanissimi antenati (pensiamo a quanto ci è stato e ci è difficile accettare di avere degli antenati fisicamente simili alle scimmie moderne); così come vale per il nostro modo di considerare degli animali vissuti milioni di anni fa (tanto più ‘altri’ in quanto non umani), più facili da inquadrare nel novero degli animali fantastici che in quelli realmente esistiti.
L’inaugurazione del progetto “Dal Monferrato al mondo passando per l’Etiopia” è avvenuta il 3 ottobre a Piovà Massaja (AT), il paese di origine di frate Guglielmo. Il 3 ottobre 2015 è stato l’ottantesimo anniversario dell’invasione italiana dell’Etiopia, una data poco o per nulla ricordata in Italia. Storici e studiosi hanno raccontato la triste avventura del colonialismo italiano e la strumentalizzazione del Massaja messa in atto dalla propaganda fascista; ci si è interrogati sulle ragioni del consenso al regime di Mussolini e sul carattere e sulle insidie dei colonialismi contemporanei. Sono intervenuti Mauro Forno, Leonardo Casalino, Anna Delfina Arcostanzo, Matteo Dominioni e la cantante Gabriella Ghermandi che, con il concerto del suo gruppo Atse Tewodros Project, ha pure concluso la giornata.
La visione dell’altro filtrata dai nostri pregiudizi e sovrastrutture culturali raramente si modifica, perchè per farlo dovremmo sovvertire completamente la forma del nostro pensiero e del nostro agire. Conrad-Marlow, nelle parole ricordate all’inizio, racconta il terrore di chi inizia quel ribaltamento di prospettiva, di chi scorge la possibilità di essersi sbagliato: e se fossero uomini anche loro? – si chiede. Una sorta di incubo del colonialista.
Questo e molto altro si vorrebbe raccontare, con il progetto. È certamente troppo; al di là della portata di qualsiasi ideatore e organizzatore: occorrono appunto anche gli altri.
Per questo ci auguriamo che i partecipanti e i viaggiatori che arriveranno a Piovà il 24 ottobre e il 25 ottobre, i prossimi appuntamenti previsti, siano numerosi. Il programma del 24 comprende narrazioni sul Monferrato, l’Etiopia e su fra Massaja, ad opera di studiosi e giornalisti (Tewelde Beyene, Francesca Romagnoli, Mario Durando, Andrea Semplici, Piero Damarco, Daniele Ormezzano, Francesco Scalfari) e si concluderà con il concerto della cantante italo-etiope Saba Anglana (per i dettagli: http://dalmonferratoalmondo.it/24-ottobre-2/ e http://dalmonferratoalmondo.it/25-ottobre/ ).
Per dettagli e credits del progetto “Dal Monferrato al mondo passando per l’Etiopia”: http://dalmonferratoalmondo.it/
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