pensieri di Bruno Barba e Andrea Semplici
foto di Andrea Semplici

 

Lo si ama, lo si odia, ma c’è, esiste, sempre esisterà. A una divinità credi o non credi, non puoi spiegarla. Come il mare, come il sole; di lui non si può essere gelosi, non ci si può difendere né diminuirlo. Diego, semplicemente Diego (e gli altri si rassegnino). E poi anche Baudelaire andava a puttane. Bruno Barba

Lo abbiamo visto tutti – tutti quelli che guardano un Mondiale orfano dell’Italia. Ballava con un nigeriana di bella taglia e alla fine alzava l’irriverente dito medio e le telecamere, come si addice a una divinità, indugiavano su di lui. Messi, altra prova dell’esistenza del divino sulla terra (immenso il suo gol), scomparirà nella sua umiltà e finirà a giocare a Rosario – città dove, per caso, è nato anche Che Guevara – e, mannaggia a noi, i nostri figlie niente ne sapranno, ma Diego lo riconosceranno anche i nostri pro-nipoti e continueremo a guardare e riguardare con stupore il gol con la mano. La var lo avrebbe annullato o avrebbe cancellato l’immagine?