Testo e foto di Isabella Mancini

Museo del Confetto di Andria dal 1894

Museo del Confetto di Andria dal 1894

E’ sempre stata lì. Prima la fabbrica, oggi il Museo (e il negozio) del Confetto di Andria. A una decina di metri dalla Cattedrale si trova la storica confetteria di Giovanni Mucci che ha voluto, con determinazione, mantenere l’attività di famiglia, conservare le macchine da lavoro ereditate e allestire così un museo di come venivano da sempre fabbricate queste meraviglie del palato. Con le mandorle e con i pistacchi, con i semi di finocchio, con le nocciole ma tutti rigorosamente rivestiti di zucchero (e spesso anche di cioccolata): i confetti ad Andria sono da sempre una tradizione. Usati anche dai romani per festeggiare i lieti eventi all’epoca erano fatti con mandorle e miele, lo zucchero entrerà nella pasticceria italiano solo al partire dalla fine del 1300, bianchi per i matrimoni, verde per un fidanzamento, rossi per una laurea, sempre regalati in numero dispari.

In questa piccola casa della tradizione è possibile vedere le bassine, delle belle “betoniere” in rame a forma variabile che servono per far ruotare le mandorle assieme a soluzioni di saccarosio. Il processo che porta alla nascita del confetto è lungo e complesso, prevede varie fasi di bagnatura e essiccamento fino ad ottenere lo spessore voluto di zucchero sulla mandorla. Poi segue la lisciatura, la colorazione e la lucidatura. Sulmona forse è più famosa di Andria come patria del confetto ma se capitate in questo angolo di Murge incastonato tra il Gurgo e il mare fermatevi a vedere i campanili della città e ad assaggiare i confetti ricoperti d’oro: una sottilissima sfoglia del metallo lucente da assaporare nei momenti più preziosi.

Le "bassine" per lavorare i confetti

Le “bassine” per lavorare i confetti

Museo del Confetto - Mucci Giovanni Museo del Confetto - Mucci Giovanni