di Massimiliano Scudetti
Con il naso appena operato, perché è il viso l’unico cosa che offri al mondo.
Chine a disegnare, a scattare una foto, a tenere per mano una figlia. Attente a non mostrare i capelli o a cercare di mostrarne il più possibile. Vestite di nero o nei colori più sgargianti. Nascoste o esibite in hijab elegantissimi in tinta con lo smalto delle unghie. Davanti alla tromba di Hafez perché qui i poeti di onorano facendo lunghe code per sfiorare il suo sepolcro. Coperte, vestite a lutto sotto il sole di Persepoli accanto all’uomo in maniche di camicia. Abbracciate, sempre, unite, pronte a fotografarsi assieme come milioni di loro coetanee e ugualmente a raccontarsi cosa è successo nella giornata appena trascorsa. Bambine identiche alle loro sorelle occidentali, con uno sguardo di sfida che perderanno per strada: capelli neri con qualche macchia di rosso lasciato forse da qualche discendente del Profeta. Sfilano le donne di Persia sotto i manifesti di nonni, padri e nipoti, martiri di una guerra dimenticata, sfilano sotto gli occhi che desiderano e controllano. Passeggiano pensando se Trump inasprirà le sanzioni e gli uomini torneranno a casa più confusi e incerti del solito. Generazioni sono state provate dalle sanzioni che non hanno dato solo povertà, ma un’insostenibile mancanza di futuro.
Camminano e qualcuna accenna un passo di danza subito contenuto. Un’altra fa jogging stretta in una tuta nera e con il velo: indossa cuffie bianche Sony e sembra uscita da Matrix.Un lembo di caviglia si offre alla luce del sole: forse questo è permesso.
Non hanno la forza delle madri: non faranno anche loro una rivoluzione: le hanno placate con lo stesso patto offerto ai loro fratelli: tutto è permesso di nascosto, tutto è proibito alla luce del sole. Puoi avere vino, sesso, oppio; ballare e mostrare i capelli, ma dentro una casa e con persone cui affidi tutta se stessa, perché si sa: per gli uomini è veniale, per le donne, mortale.
Eppure non c’è insofferenza, o almeno così sembra. Una madre insegna alla figlia a guidare; tra le figure coperte di nero, la bambina indossa occhiali verdi e fissa nell’obbiettivo come non potrà fare da adolescente. Le più anziane si reggono il viso e scuotono la testa, le altre si tengono per mano e guardano le bambine libere come loro non saranno più.
Camminano a testa alta le donne di Persia e si stringono in abbracci che sembrano non finire.