Testo e foto di Isabella Mancini
Anche Glasgow ha la sua piccola cattedrale di devozione all’arte Moderna: il GAM. Nel cuore della città è dal 1996 che la città scozzese ha aperto, in una bella struttura neoclassica, costruita alla fine del 1700, questo museo, testimonianza della volontà collettiva di dare spazio e credibilità all’arte.
La facciata ospita un’opera permanente di Niki de Saint Phalle, il Tympanum, realizzata per l’apertura del GAM dall’artista che ha realizzato in Toscana il Giardino dei Tarocchi. Ma permettetemi di ritenere anche una grande opera d’arte contemporanea “l’installazione” permanente, nonostante gli sforzi della polizia locale, che riguarda la statua del Duca di Wellington che si trova proprio di fronte alla Galleria. Realizzata nel 1844 da Carlo Marocchetti la statua equestre del duca non riesce a liberarsi di uno di quei coni da segnaletica stradale che tanto siamo abituati a vedere sulle strade. Il cono regolarmente viene tolto e tanto regolarmente viene riposizionato sulla testa del duca. Ormai è simbolo dell’intolleranza genetica degli scozzesi nei confronti delle autorità. Fu addirittura dipinto con vernice dorata in occasione dei giochi olimpici del 2012. L’anno dopo il consiglio comunale della città aveva provato a introdurre un regolamento per cui i basamenti delle statue cittadine sarebbero dovute essere rialzate di un metro per scoraggiare i vandali arrampicatori. Ma una petizione di migliaia di firme ha bloccato l’idea.
Il cono se ne sta lì dal 1980 ed ormai, in soli 37 anni, è diventato un simbolo identitario da difendere con le unghie e con i denti.