Testo a cura di Paolo Rausa
“Dialoghi” è il titolo di questa mostra retrospettiva dedicata al grande pittore Mario Tapia Radic, di origine cilena ma naturalizzato sangiulianese dal settembre 1970. Qui era giunto dal sud del Cile, Valdivia, dove era nato il 3 luglio 1939. Mario Tapia era andato via non per scappare ma per poter raccontare al mondo il rapporto della sua gente con la natura tempestata dagli uomini, vittime di una civiltà incrinata dai colpi della storia.
“Mario con le sue opere continua a parlarci, a incontrarci e a sorprenderci, intessendo legami che vanno al di là del tempo”. – Kitty de Frutos Diez, la moglie, usa commosse parole alate nel ricordo dell’uomo, ancora intrise di desiderio. Le sovviene Francisca, la figlia, che si sofferma sulla “magia e sui colori splendenti delle sue creazioni” erichiama la funzione dell’Arte come scandaglio “per ritrovare in noi e negli altri la bellezza”. Nei suoi dipinti Mario Tapia passa in rassegna la terra, come madre, a volte rigogliosa, a volte amara e desolata, in tutte le stagioni, riarse e floride, contrassegnate dai colori sgargianti delle foreste pullulanti di animali, dove l’uomo si fa piccolo piccolo. Lo ha sottolineato Andrea Ladina, critico e ammiratore dell’arte di Tapia, nel presentare le opere del maestro: “Quando la natura è in rigoglio l’uomo scompare, quasi ingoiato”. Viceversa le scene umane rappresentano quadretti della vita quotidiana, in osteria o al mercato, dove la comunità si incontra. Tutto è immerso nel chiarore del sole o nella penombra della luna che fanno capolino come personaggi della nostra fragile ed eroica resistenza. Anche i deserti e le montagne partecipano a riannodare i fili della nostra vita in balia degli elementi. Attraverso la sua arte, Mario Tapia rappresenta questo processo interiore di riflessione, di rigurgito, di travaglio morale che rigetta la crudeltà e l’incomprensione umana optando viceversa per un dialogo constante e quotidiano con gli abitanti del sobborgo e anche con le presenze spirituali incombenti. Questa è la grandezza della sua arte, questa l’universalità del suo messaggio, affidatogli dagli antenati e da lui trasmesso ai famigliari, da preservare e diffondere a quelli che verranno, cioè a tutti noi che compreso il senso raccogliamo la sua visione di bellezza e di speranza. Mario Tapia ci ha lasciato il 19 novembre 2010. Mostra esposta nella Sala ‘Mario Tapia Radic’, allo SpazioCultura di piazza Vittoria 2, a San Giuliano Milanese, fino al 19 maggio.
Orari: lun.-ven. 10,00-12,00/15,00-18,00; sab. 10,00-12,00/15,00-17,30; dom. 14,30-18,30. Info: Ufficio Cultura 02 98229811-12.