Lo scrittore israeliano è venuto a PordenoneLegge. Il mestiere dello scrittore è un mestiere solitario “You sit in your room alone”. È il pensiero del lettore che leggerà quello che scrive, che gli dà l’energia per andare avanti, quando, a volte è a corto di parole.

Testo e foto di Valeria Cipolat

Nei giorni di PordenoneLegge

Indosso la mia kefja rosso-oro.

Sono a un incontro con Eshkol Nevo, scrittore israeliano. Quindici anni fa lessi ‘La simmetria dei desideri ‘, ho voluto bene a quel libro. Racconta la vita di quattro amici israeliani in in diversi momenti della loro vita. Parlava dei palestinesi con gentilezza.

L’ho letto due volte, a distanza di qualche anno. La prima volta, cercavo qualcosa da leggere rovistando nella biblioteca di una coppia di amici; mi avevano lasciato le chiavi ed erano partiti per le vacanze. Quando me ne sono andata, non l’avevo ancora finito. Non ricordavo né il nome dell’autore, né il titolo. Ricordavo solo la trama. Qualche anno dopo poi, un’amica me l’avrebbe regalato. Il libro più bello che abbia mai letto.

Sono molto curiosa di scoprire di più sulla trama di Legami, il suo nuovo libro.

È un incontro per studenti delle scuole superiori. Nevo saluta in italiano, chiede di far entrare anche chi è rimasto fuori. In piedi, ci sono ancora molti posti.

Eshkol Nevo (licenza ceative commons, wikipedia)

Nevo si sente in debito con i suoi lettori. Dice che il mestiere dello scrittore è un mestiere solitario “You sit in your room alone”. È il pensiero del lettore che leggerà quello che scrive, che gli dà l’energia per andare avanti, quando, a volte è a corto di parole.

Parla della connessione tra privato e personale, tra pubblico e politico; è affascinato da come un evento “pubblico” si possa ripercuotere nella sfera privata.

Fa l’esempio che i personaggi israeliani che crea, possono essere travolti all’improvviso da eventi che cambieranno per sempre la loro vita. Sottolinea che in Italia si può anche non leggere le notizie per qualche giorno, ma in Israele, non puoi permetterti di farlo. Penso che in realtà succeda lo stesso anche per chi si trova “dall’altra parte”, se ha la fortuna di avere un mezzo di comunicazione che li possa aggiornare.

È una persona generosa Nevo: complimenta sinceramente la traduttrice che riesce a tradurre i suoi concetti, anche meglio di come faccia lui in inglese.

Pordenone

Tullio Avoledo, scrittore friulano, interroga Nevo: ‘I suoi libri sono per adulti. Si parla spesso di eventi o canzoni che solo che ha quarant’anni può capire.

Nevo riflette e racconta che è probabilmente vero: spiegherebbe la ragione per cui sua figlia 17enne non abbia mai letto un suo libro. Cominciò a leggerli sono lui venne invitato a Cannes, all’uscita del film Tre Piani, girato da Nanni Moretti. L’idea di un viaggio in Europa e sfilare sul tappeto rosso con un bel vestito, l’aveva convinta a sfogliare le pagine dei libri scritti dal padre. Durante la proiezione, lui era più concentrato a spiare la reazione della figlia, piuttosto che a seguire il film. A un certo punto, racconta di aver visto una lacrima scendere dal suo viso. Alla fine lei le ha detto: “Bel film, papà!”.

È consapevole che il Covid abbia colpito più i giovani, che gli adulti, l’epidemia è arrivata in un periodo di trasformazione della loro vita. Avoledo, introducendo Nevo, aveva citato un poeta israeliano a lui molto caro. Ed Eshkol esorta a leggere Yehuda Amichai. In alcune sue opere, ci sono molte delle risposte che tutti noi cerchiamo.

Legàmi invece è un collage di piccole storie tenute insieme da un unico filo rosso.  Doveva scegliere fra settanta racconti, aveva bisogno di un fil-rouge di collegamento. Alla fine lui e l’editore avevano scelsero “il corpo” come comun denominatore: il corpo nell’amicizia, nelle strette di mano, negli affetti delle persone care, negli abbracci, nelle relazioni, nel sesso.

Pordenone

Racconta un altro aneddoto: durante una presentazione una lettrice gli aveva dato da firmare un libro un po’ alterato, umido e quando le aveva chiesto spiegazioni, lei gli aveva confessato che l’aveva letto mentre si rilassava in vasca da bagno. “È un libro da bagno”, rivela, provocando l’ilarità generale.

Accenna a un paio di racconti: Hungry earth, racconti di padre e figlio che vanno al concerto di Bruce Springsteen. Il nome è tratto da una delle canzoni che ascoltano durante il concerto. Viene letto il dialogo tra padre e figlio. Avoledo confessa che l’ha toccato molto. Nevo, è contento che sia letto un pezzo tratto dal suo libro. Incredibilmente di tutte le presentazioni a cui ha partecipato, è la prima volta che qualcuno lo fa. Mentre il racconto Campane, era stato scritto durante un soggiorno a Torino, per presenziare dei corsi tenuti da lui alla Scuola Holden.

Anche qui, Nevo cerca di raccontare gli avvenimenti in modo scherzoso. Da giorni non riusciva a dormire perché nonostante la vista della camera che gli avevano prenotato fosse stata fantastica, compresa di vista sulle montagne, ogni mezz’ora il tocco delle campane, lo faceva sussultare sul letto. Come gli aveva insegnato la nonna, l’unico modo per risolvere la questione, era di affrontare il problema: doveva chiedere al parroco di ridurre il volume dei rintocchi. Confessa che era andato in chiesa (lui, ebreo praticante sottolinea che non ha certo molte occasioni per farlo!), aveva assistito alla messa (“Dio Santo, Dio Santo, Dio Santo”), solo per riuscire a parlare, alla fine con il prete. Dopo la cerimonia però il religioso era misteriosamente scomparso. Allora si era addentrato nei meandri della chiesa e aveva intuito che era nel confessionale – che sembrava un po’ un taxi, con la lucina gialla accesa e spenta, a seconda ci fossero o meno i “peccatori” all’interno. La fila era lunga e, facendo quattro calcoli, aveva realizzato che non sarebbe riuscito nel proprio intento, se non ritardando alla sua lezione. Aveva rinunciato e, rientrato in stanza, aveva cominciato a scrivere.

Si parla infine di “finali aperti”. In molti dei suoi racconti non c’è un finale “certo”. Per questa ragione, è capitato che durante un incontro una lettrice si è avvicinata, insultandolo bonariamente, come “diabolico”. Allora aveva proposto di scegliere uno dei racconti per lavorarci sopra e provare a trovare un altro finale.