Testo di Paolo Rausa

Milano e il mare dentro, come una conchiglia che preserva il rumore del mare nonostante se ne sia allontanata, così Giuseppe Selvaggi di Bisceglie ma milanese di adozione, anzi sestese, di Sesto San Giovanni, una città alla periferia nord di Milano, medaglia d’oro alla Resistenza, si porta dietro quel rumore delle onde lontane dal paese natìo, insieme ai ricordi, agli affetti, combinati con gli incontri vissuti nella grande metropoli lombarda, occasionali, di gente umile, con il cuore in mano. Umanità che si incontrano e allora sgorga la commozione, il pianto, nell’anziano, nell’uomo di strada, nell’impiegato che tutto preso dal suo ruolo si dirige al lavoro. Lui, curioso, sa svelare tutto di chi incontra e a sua volta si mette a nudo: gli affetti più cari, i bisogni più impellenti, una lacrima, un sorriso, una carezza… Il paesaggio biscegliese e quello milanese si s/compongono, il mondo conosciuto diventa un dilemma inspiegabile, che viene piegato solo dal nostro desiderio, dal nostro bisogno di interrogare il mistero della vita. Siamo conterranei con Giuseppe Selvaggi, lui è nato più a nord e si sente dal modo spiccio di parlare e di intessere storie di vita che si frammischiano fra il passato di biscegliese, studente e figlio di gente del popolo, e il presente di milanese che vive in una cittadina e lavora nella metropoli lombarda. Il piglio è lo stesso. Pino prepara il telaio e comincia a intessere l’ordito con storie verosimili, suggerite dalle muse. Questo riportava Ovidio di Esiodo. A partire dal rapporto con la madre ancora vivo, nonostante lo abbia lasciato qualche anno fa. Come Pirandello in Caos, nella sua villa. E con il padre, avanti con l’età, che ha perso l’udito, ma non il desiderio di rivedere il figlio ritornare per sempre fra quelle pareti domestiche dove lo ha visto crescere, e studiare, e partire lontano lontano in quella città del nord, dove c’è sempre la nebbia. Tutti gli angoli di Bisceglie conservano i cari ricordi e si dissolvono in quelli di Sesto San Giovanni dove si è stabilito dapprima come giovane professionista dopo aver condiviso con i vicini una casa di ringhiera, la finestra sul cortile, sull’infinito. In via Padova, dove è possibile farsi un viaggio nel mondo con soli 1 euro e 50 centesimi, il prezzo del bus, dove resistono pochissimi italiani e le insegne si illuminano nelle lingue più varie e le parlate evocano storie lontane da mille e una notte. Questa città può dunque evocare la magia di un paese assolato del Sud: il mare con tutti i suoi rumori, le onde, gli andirivieni, i viaggi di Ulisse, di Enea e dei profughi che sui barconi della speranza, spesso della morte, solcano il mare. Per questo se lo porta dentro dalla sua natìa Bisceglie, noi intenti a capire il senso di un uomo che si rispecchia nelle storie degli altri, nelle storie del mondo, nella sua Bisceglie e nella nostra Milano.

Milano e il mare dentro, Sopravvivere alla metropoli“, ed Insieme, 2016, Terlizzi (Ba), pp. 185, € 15,00.