Dal punto in cui ci troviamo possiamo esaudire tutti i nostri desideri. Mi avevano sempre fatto credere che luna e stelle non potevano condividere lo stesso cielo. Ma stanotte scopro che tutto è possibile.

Sopra di noi un firmamento infinito. La notte è limpidissima. La croce del Sud si vede chiaramente alla nostra destra.

Il riverbero delle luci dei villaggi laggiù, rende questo momento ancora più mistico. Da lontano si scorgono le prime luci dell’alba. Davanti a questo spettacolo mi rendo conto che valeva proprio la pena di alzarsi alle tre del mattino per condividere questo momento con la mia amica.

Ci troviamo sul monte Nariz del Indio, Il Naso dell’indiano (o el Rostro Maya), sulle sponde di un lago vulcanico formatosi da un cratere grandissimo, il lago di Atitlan in Guatemala. Abbiamo lo stesso stupore che deve aver avuto l’indigeno che varcava questi luoghi millenni addietro. Da qui cominciamo a vedere le sagome di alcuni vulcani di questo Paese centroamericano. Ecco il San Pedro, il Toliman, l’Atitlan l’Acatenango, e il Pacaya. Nel buio della notte si vede uno zampillo del Fuego, noto per la sua attività stromboliana, che si trasforma poi in una piccola fumata. Ma questo sembra essere differente: permane nel cielo quasi fosse possibile che la lava incandescente possa ardere per tutto questo tempo. Scopriamo infine che non era lava ma la falce sottilissima della luna che stava sorgendo.
Stavamo osservando l’ultimo lembo dell’anno Cinese. Lo scopriremo due giorni dopo.

Lago Atitlan e Vulcani San Pedro, Toliman, Atitlan Acatenango, Fuego e Pacaya

Rimaniamo qualche minuto osservando questo quadro surreale, questo ultima coda di notte magica; i colori stanno cambiando ogni minuto, tra poco sorgerà il sole, ma ancora per qualche istante la natura ci regala emozioni infinite. I raggi colpiscono le sagome delle montagne lontane da noi centinaia di chilometri regalandoci fasci di luce rosa e blu.

Forse Quasimodo era arrivato fin quassù, quando ha scritto i suoi versi più famosi. In fondo è proprio vero che “ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole…” ma qui tra poco sarà giorno.