Testo a cura di Irene Loddo
Il numero 108 ha diversi significati nella cultura di massa: è per esempio il numero di minuti durante i quali il cosmonauta Yuri Gagarin ha orbitato attorno alla Terra nel primo volo dell’uomo nello spazio. 108 sono i punti cuciti su una palla da baseball. 108 gradi sono l’ampiezza di ciascuno degli angoli interni di un pentagono regolare nella geometria euclidea. In Giappone, alla fine dell’anno, una campana è suonata 108 volte per salutare il nuovo anno: ciascun rintocco rappresenta una delle 108 tentazioni materiali cui una persona deve resistere per raggiungere il Nirvana. 108 sono anche i pretendenti di Penelope, moglie di Ulisse, nell’Odissea di Omero.
In Paraguay pronunciare il numero 108 comporta diverse conseguenze spiacevoli e non è auspicabile per una persona abitare al numero 108 in una via del Paese nel cuore del Sudamerica.
Il Paraguay è una terra molto particolare, piena di contraddizioni come solo le terre più affascinanti possono essere: se si viaggia nel suo entroterra è possibile intravedere una coppia felice che passeggia, avvolta tra la polvere a lato della strada e che si tiene la mano intrecciando le dita. Lei ha i capelli biondissimi, gli occhi azzurro ghiaccio e i tratti del viso tipicamente estoni mentre lui ha la pelle più scura e gli occhi giapponesi leggermente all’ingiù, i capelli neri e un’espressione serafica in volto. Il Paraguay, negli anni delle grandi dittature europee e asiatiche, venne individuato infatti come terra promessa in cui avere un po di pace per decine di migliaia di persone provenienti dall’Europa e dall’Asia. Gli immigrati sono ormai alla terza generazione e convivono pacificamente nel loro ormai secolare melting pot, mescolandosi perfettamente con i pochi indigeni ancora rimasti ma parlando un perfetto Guaranì. Questo incredibile calderone di etnie si intreccia con una profondissima fede, di qualsiasi confessione essa sia. È in questo contesto che però, ancora oggi si utilizza un numero per discriminare una persona per il suo orientamento sessuale.
Il numero 108 viene infatti associato ad un episodio accaduto ad Asuncion nel 1959: Bernardo Aranda, ballerino e noto speaker radiofonico, venne ritrovato senza vita nella sua abitazione a causa di un incendio accaduto in circostanze misteriose. L’opinione pubblica spinse il governo ad indagare e trovare i colpevoli del crimine e l’episodio venne utilizzato come pretesto per perseguitare 108 uomini omosessuali individuati come sospetti, i quali trovarono i loro nomi esposti per la città di Asuncion, vennero catturati e atrocemente torturati. Nulla ha mai dimostrato che effettivamente questi 108 uomini avessero una qualche connessione con l’omicidio Aranda. Il 20 settembre 1959 su El Paìs, uno tra i più noti quotidiani del Paese, si leggevano le seguenti parole:
“Noi perseguiamo una vocazione antica quanto la stessa umanità e, in questo secolo di consacrazione di tutti i diritti umani, nessuno può negarci il diritto di fare quello che vogliamo di noi stessi e del nostro corpo senza incomodare chiunque non voglia fare ciò che noi facciamo di noi stessi”
Tra indagini e proteste popolari non si deve trascurare che il così detto Caso 108 in Paraguay avvenne nel bel mezzo della dittatura di Alfredo Stroessner, la più lunga dittatura della storia durata ben 35 anni dal 1954 al 1989. La dittatura era sostenuta dall’Associazione Nazionale Repubblicana e dagli Stati Uniti d’America e ovviamente tutta la vicenda 108 venne del tutto strumentalizzata per cercare di sterminare avversari politici e rafforzare il potere centrale disseminando la paura e il panico: l’uccisione di Aranda e i fatti che ne seguirono innescarono infatti una sorta di psicosi tra la popolazione di Asuncion e non solo. Chiunque avesse il sospetto che il proprio vicino di casa fosse un 108, avesse tendenze omosessuali o semplicemente potesse essere convolto nell’omicidio Aranda veniva immediatamente segnalato alla polizia; all’epoca infatti, tra le strade di Asuncion, si parlava proprio di un’organizzazione di amorali che avrebbe contaminato la società. I casi accertati di torture e violenze sono infatti 108 ma potrebbero essere numericamente molti di più.
Nel libro CIENTO OCHO (108) di Erwing Augusten Szokol, riguardo un rapporto del governo che spiegava come l’organizzazione di amorali fosse strutturata, si legge: “Va notato che questo rapporto che dettaglia il funzionamento della presunta organizzazione rafforzava l’idea dominante dell’epoca per cui l’omosessualità era una deviazione appresa o inculcata ai giovani da terzi e che in generale i giovani stessi, dopo essere stati persuasi, potevano cadere in questo inverecondo vizio. Questa supposizione ovviamente generava timore tanto che i giovani, così come i padri di questi ultimi, non appena avevano il minimo sospetto di star vicino a qualcuno considerabile da loro omosessuale, non esitavano a denunciarlo come tale e allo stesso tempo le azioni della polizia non si facevano attendere.”
In Paraguay, quindi, ancora oggi si ha paura di pronunciare un numero e le case con civico 108 rimangono invendute così come tutt’oggi molte associazioni per i diritti LGTB combattono affinché si possa recuperare la memoria di questi 108 uomini e possa esser fatta luce sui fatti ombrosi accaduti nel settembre del lontano 1959.