Testo e foto di Luisa Fazzini
Il verde nelle città. Ma lo abbiamo mai guardato bene? Così lineare, inquadrato, selezionato e possibilmente ordinato. Sicuramente é un progetto di verde. Ma la natura non è statica. Non è un insieme di materiali morti e incasellati in una forma che deve restare tale.
La natura é trasformazione. Per eccellenza. Continua e irrefrenabile. E’ una forza che sulla lunga distanza è in grado di cancellare i segni dell’antropizzazione, ma viene inserita nel tessuto urbano per il nostro benessere psicofisico e poi dominata. I parchi, i giardini e le aiuole sono aree “controllate”.
“Il paesaggio è un mostro” di Annalisa Metta offre una riflessione arricchita dai molteplici esempi di una progettazione di un verde accolto in città con il presupposto di uno sviluppo libero, se pur pianificato. E’ una visione completamente diversa rispetto alla nostra esperienza quotidiana del verde cittadino. Ci avvicina al concetto di equilibrio paritario tra antropico e naturale: città selvatiche e nature ibride. Conferisce alla natura la dignità del dialogo e non della sudditanza nei confronti degli spazi umani.
Il saggio ha una forte potenzialità didattica. Immaginate di mostrare in classe uno di questi esempi: la conversione dell’aeropista di Bonames a Francoforte, la rinaturazione del fiume Aire, Jardins d’Eole a Parigi con le piante spontanee sul suolo sassoso, il Jardin de Joyeux a Aubervilliers, il Portego di Palazzo Querini Stampalia a Venezia. Cercate immagini in internet perchè con Google Earth non è facile trovare la visione street view di questi luoghi. Quali riflessioni di conseguenza si possono fare sulle città sostenibili? E sulla rigenerazione urbana?
Questi spunti sono un esempio di come la saggistica universitaria possa arricchire il nostro insegnamento con materiali per creare attività in classe con forte valenza di originalità e significato. Il testo infatti analizza in modo dettagliato con anche fotografie a corredo non solo gli esempi riportati, ma molti altri.
Al termine della lettura il paesaggio lo si guarda con altri occhi perchè diventa mostro nella sua capacità di infrangere le partizioni e il controllo, l’alterità tra urbano e naturale: le attività didattiche ispirate ai contenuti del saggio possono sviluppare negli studenti visioni divergenti e soluzioni innovative nella sfida verso gli equilibri del futuro.