Testo di Paolo Rausa

Asli Erdogan, scrittrice turca di 49 anni, è stata arrestata il 16 agosto scorso con l’accusa di terrorismo in relazione al tentato colpo di stato per rovesciare il presidente Recep Tayyip Erdogan insieme ad altri cinque intellettuali consulenti editoriali del giornale filo-curdo di lingua turca Özgür Gündem (Agenda libera). Ora è rinchiusa in una cella al freddo, senza cure. E’ ‘come aspettare un treno di cui non si conosce l’orario in una stazione ferroviaria fredda, affollata, stretta’. Asli si racconta in una intervista di Alessandro Coppola al Corriere della Sera. Le sue condizioni sono gravi per le difficoltà di consultare un dottore, di avere medicine, la mancanza d’aria… una condizione comune alle migliaia di uomini e donne epurati dall’esercito, dalle forze di polizia, dalle scuole e università, dai giornali, rei secondo Erdogan di aver ordito il colpo di stato fallito. Senza nessun processo, sulla base dei sospetti, spulciando da liste di proscrizione compilate dai servizi fedeli al presidente turco che ha impresso con una legge di emergenza uno stretto giro di vite, soffocando le libertà più elementari, di pensiero, di informazione, di critica. Accusati, rinchiusi e segregati per il solo fatto che sostenevano i diritti del popolo curdo. Asli riassume la sua vicenda al giornale dove era consulente editoriale. Benché la legge non preveda responsabilità dirette dei consulenti tuttavia è stata arrestata con gli altri intellettuali e rinchiusa al freddo. A suo carico sospetti e accuse di terrorismo e la condanna all’ergastolo chiesta dal procuratore. Asli è una scrittrice molto conosciuta in Turchia e all’estero. Molti appelli e mobilitazioni si sono organizzati in tutta Europa per richiedere la sua liberazione e il ripristino dei diritti fondamentali dell’uomo. Si appella all’Europa Asli perché smetta di chiudere gli occhi nei confronti della Turchia per la crisi dei migranti. ‘L’Europa deve intervenire anche con pressioni commerciali, con l’embargo e non subire il ricatto di Erdogan.’ – si sdegna Isla dal carcere femminile di Istanbul, rispondendo alle domande del Corriere attraverso la mediazione dell’avvocato Erdal Dogan. Intanto anche in Italia si organizzano manifestazioni a sostegno di Asli e di tutti i giornalisti e intellettuali imprigionati, come quella del 12 gennaio con la lettura di stralci dei suoi racconti tratti dal libro ‘Il mandarino meraviglioso’ presso l’Associazione Italiana Editori di Milano.