Fotoreportage di Dario Lo Presti/
Ogni anno la comunità mauriziana di fede Tamil presente a Catania celebra un rituale religioso tra i più popolari ed importanti nella cultura indiana meridionale, il Cavadee Thaipoosam. La festa si svolge lungo un percorso che conduce i fedeli dal mare verso il tempio, passando attraverso il Porto e il quartiere di San Cristoforo.
Un rituale colorato e partecipato che testimonia la varietà e la complessità culturale di un popolo, e il suo grado d’integrazione con la città e i suoi abitanti. I canti, i balli, la musica tribale, l’odore degli incensi, il caldo e lo sforzo fisico dei devoti che cadono in uno stato di trance mistica rendono l’atmosfera particolarmente frenetica, spettacolare ed emotivamente coinvolgente. Per i Tamil mauriziani la celebrazione di questa festa assume un significato importante che è quello di sradicare il male, purificarsi spiritualmente e soddisfare i desideri. Le celebrazioni del rito sono precedute da un serie di preparativi, che durano dieci giorni, in cui i fedeli più devoti osservano una lunga preparazione spirituale, caratterizzata da sobrietà, preghiera e dall’astinenza, per arrivare al giorno della festa puri nel corpo e nello spirito. Ci si astiene dal sesso, si mangia solo a base di frutta e verdura, si beve latte per purificarsi e si dorme per terra.
Per tradizione durante la festa i devoti portano sulle spalle un Cavadee, una struttura semicircolare composta di archi di bambù ancorati su un pezzo di legno dritto che serve da albero, e decorata con fiori e foglie di palma. Nel corso del rituale i devoti fanno un voto al dio Muruga forandosi la pelle, le guance e la lingua con degli aghi argentati chiamati spiedini vel. Tale punizione corporea ricorda loro il dio Murugan, gli impedisce di parlare e gli trasmette una grande resistenza fisica. I devoti danzano a piedi scalzi lungo il percorso che li conduce fino al tempio, e la volontà di purificarsi ed entrare in simbiosi con la divinità è così forte che entrano in uno stato di trance mistica. Questo rappresenta il fardello che devono sopportare per compiere il loro atto di devozione ed essere liberati completamente.
Il Cavadee rappresenta un momento intenso di mortificazione della carne, un’esperienza che trascende i limiti del mondo fisico. I Tamil mauriziani, tramite questo rituale, si identificano con il territorio e gli abitanti della città che li ospita che a sua volta accetta e convive con questo popolo e le sue usanze.
Qui sotto alcuni degli scatti del fotoreportage di Dario Lo Presti che potete vedere completo sul suo BLOG