di Fabio Bertino
Settembre 1973. Un aereo dell’Aeroméxico lascia Santiago del Cile. A bordo si trovano Hortensia Bussi Allende, vedova di Salvador Allende, e due delle tre figlie, Isabel e Carmen Paz. Si è da poco concluso il golpe di Augusto Pinochet, con il suicidio alla Moneda del Compañero Presidente. Su quel volo diretto a Città del Messico viaggiano però anche molte opere d’arte. Il 13 settembre, infatti, due giorni dopo il colpo di Stato, in città si sarebbe dovuta inaugurare una mostra dedicata ai tre grandi muralisti messicani. Diego Rivera, José Clemente Orozco e David Alfaro Siquieros. Mostra certamente non gradita ai golpisti, al punto da dover mettere in salvo le tele. Perché quella dei muralisti era un‘arte militante, che parlava al popolo di rivoluzione e lotte sociali. E militanti politici lo erano in prima persona anche gli artisti.
Rivera spavaldo e istrionico, legato a Frida Kahlo da un amore tormentato, tra i sostenitori dell’asilo politico in Messico a Lev Trotckij e poi in aperto contrasto con il rivoluzionario russo, espulso e in seguito riammesso nel Partito Comunista.
Siqueiros invece rigoroso ed ortodosso, al punto, dopo aver partecipato alla Guerra Civile spagnola, da guidare nel 1940 un commando all’assalto della villa di Città del Messico in cui aveva trovato rifugio proprio Trotskij nel tentativo, fallito, di assassinarlo.
Più introspettivo e critico Orozco, intimamente colpito dalle sofferenze e dalle violenze della rivoluzione. Una rivoluzione che aveva suscitato passioni e speranze in tutto il mondo, e che ha visto i muralisti protagonisti di una stagione di enorme vitalità artistica, culturale e sociale. Alla loro cerchia appartenevano personalità come Frida Kahlo e Tina Modotti, da Città del Messico passarono Majakovskij, Max Ernst e Andrè Breton, e nel 1931 Eizenstejn visitò il paese, accompagnato proprio dai tre artisti, raccogliendo materiale per un film che non avrebbe poi prodotto.
La mostra mai realizzata nel 1973 è così passata alla storia come “la exposiciòn pendiente”, la mostra sospesa. Dopo quasi mezzo secolo quei quadri sono ora arrivati per la prima volta in Europa con “México – La mostra sospesa – Orozco, Rivera, Siqueiros”. Fino al 18 febbraio 2018 a Palazzo Fava a Bologna (via Manzoni 2)
http://www.genusbononiae.it/mostre/mexico-la-mostra-sospesa/
Fabio Bertino, 49 anni, vive tra Alessandria e il Monferrato, viaggia appena può e scrive di luoghi e di incontri. E’ autore dei libri di viaggio Worldzapping e Destinazione Russia. Una nave e un gatto nella tundra e altri incontri stra-ordinari.